Dopo-Saddam, lenta ricucitura in Europa
Il dibattito vero sul futuro è stato avviato ieri pomeriggio a Lussemburgo fra i capi della diplomazia comunitaria. Sul tavolo dei Quindici c'è il problema della ricostruzione economica, politica, sociale dell'Iraq, del ruolo che svolgerà l'Onu e, attraverso le Nazioni Unite, l'Europa, cui le divisioni interne hanno impedito di contare nel grande braccio di ferro diplomatico di prima del conflitto. I ministri comunitari, ha riferito Franco Frattini, hanno «concordato che una discussione fra i Quindici è fondamentale per trovare una posizione comune sulla ricostruzione dell'Iraq». Da parte di tutti c'è ora la consapevolezza che la ricostruzione della unità infranta sull'Iraq passa attraverso una vera concertazione permanente. Intanto, però, alcuni Paesi membri, come l'Italia, la Spagna, la Danimarca o il Portogallo, intendono avviare interventi umanitari. «Dobbiamo essere uniti, le consultazioni fra europei sono essenziali» ha detto il francese Dominique de Villepin, fino a poche settimane fa impegnato in una linea di duro confronto con gli Usa sull'Iraq. Sul tavolo dei Quindici ci sono alcuni documenti di lavoro, presentati dall'alto rappresentante Javier Solana e dalla Commissione europea, sul metodo da seguire per definire una linea comune sul dopo guerra. Ma il processo richiederà questa volta una maturazione lenta. La prossima tappa nell'elaborazione della strategia comune dovrebbe intervenire ai primi di maggio, quando si terrà in Grecia la riunione informale dei capi della diplomazia Ue. Al vertice di Atene, domani e dopo, convocato per la firma dei trattati di adesione dei 10 nuovi membri dell'Unione, che aderiranno nel maggio 2004, ci sarà anche il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. Ma la presidenza greca dell'Ue non ha previsto un dibattito in plenaria sull'Iraq. Formalmente perché non ci sarà tempo: ma forse la presidenza intende lasciare più tempo alla fase di decantazione fra i partner dopo le dure contrapposizioni di febbraio e marzo. Su un punto i Quindici sono d'accordo subito: la necessità assoluta di rilanciare il processo di pace fra Israele e palestinesi in quella che Frattini ha chiamato la «finestra di opportunità» aperta dalla guerra in Iraq. L'Ue e i partner del Quartetto (Usa, Russia e Onu) intendono presentare «in tempi brevissimi» il «ruolino di marcia» per il rilancio del negoziato di pace, con in prospettiva la creazione di una Stato palestinese nel 2005».