Uno spione italiano, nome in codice «Verme», collaborava con i russi
Lo avrebbe rivelato l'ammiraglio Giuseppe Grignolo, capo del primo reparto del Sismi dal 1997 al marzo del 2000. Secondo indiscrezioni, Grignolo avrebbe parlato dell'infiltrato nel servizio segreto italiano nel corso dell'audizione presso la commissione Mitrokhin di due giorni fa. I verbali delle sue dichiarazioni, tuttavia, sono stati in parte segretati. Proprio nel corso delle rivelazioni poi non rese pubbliche, l'ex dirigente del Sismi avrebbe parlato diffusamente di un dipendente italiano, molto probabilmente in servizio nella sede di Roma, che "collaborava" clandestinamente anche con i servizi russi. Grignolo avrebbe anche raccontato che il Sismi ha dato la caccia a quest'uomo per molti anni (sarebbe stato chiesto un aiuto anche agli inglesi), tanto che lo "spione" aveva assunto una sorta di nome in codice: per tutti era oramai il Verme. L'uomo al soldo del Kgb avrebbe lavorato dall'inizio degli anni Novanta probabilmente sino al 1998. E proprio il racconto sugli anni in cui il Verme sarebbe stato in servizio è stata l'occasione per un'altra rivelazione dell'ammiraglio. L'ex capo del primo reparto del Sismi, infatti, avrebbe raccontato che la Lubjanka avrebbe avuto, dopo la caduta dell'Unione Sovietica nel 1991, una ripresa delle attività in Italia particolarmente intensa a partire dagli anni '93-94. Nella parte invece non segretata dell'audizione di Grignolo, l'ex dirigente del servizio segreto militare, ha spiegato che le prime schede del dossier Mitrokhin giunsero in Italia nel 1995, precisamente nel marzo di quell'anno. E le prime attività di controspionaggio sul campo cominciarono solo nella primavera di tre anni dopo, nel '98. «Io non ero estremente favorevole ad inviare i rapporti alla polizia giudiziaria - ha detto Grignolo -. Vidi questi rapporti come una splendida occasione di controspionaggio e fin dall'inizio insistetti con il direttore del servizio per mettere in opera un'azione di controspionaggio nei riguardi di persone che erano indicate dal dossier». È bene ricordare che il direttore del Sismi all'epoca era Battelli. Grignolo ha aggiunto anche che «per ragioni che non voglio discutere non riuscii ad ottenere per almeno un anno e mezzo l'autorizzazione ad operare direttamente sul campo. Mi pare che riuscimmo ad ottenere l'autorizzazione per un'attività sul campo nella primavera del '98, quando Bonaventura mi indicò sei o sette persone che si sarebbero potute approcciare e farne degli agenti doppi. Questo lavoro fu affidato ai centri e purtroppo quando venne fuori il discorso del libro ovviamente questa attività operativa cessò». Su uno dei punti più delicati, quelle delle eventuali "sbianchettature", Grignolo ha spiegato di non ricordare «di avere ricevuto rielaborazioni o cancellature» delle bozze del libro Mitrokhin. «Le bozze del libro - ha detto l'ammiraglio - arrivarono all'inizio del 1999, anche se non ho elementi cronologici precisi». A questo punto, nel corso dell'audizione, l'ex dirigente del Simi è stato corretto dal presidente della commissione, Paolo Guzzanti: «Le bozze del libro arrivarono il 29 aprile 1998. Il 5 novembre successivi ci sono gli appunti che parlano già di bozze viste dal caporeparto (che era appunto Grignolo, ndr) e dal caposervizio, rielaborate secondo i suggerimenti ricevuti». L'ammiraglio ha spiegato di non ricordare. F. D. O.