Il Papa sollecita interventi rapidi
Lo chiede la Santa Sede in un comunicato ufficiale, in cui per la prima volta dall'inizio del conflitto iracheno, la Segreteria di Stato vaticana affronta apertamente il dopo-Saddam. Il supremo dicastero della Santa Sede si augura che «le operazioni militari in corso nel resto del Paese possano ben presto terminare, al fine di risparmiare altre vittime, civili o militari, ed ulteriori sofferenze a quelle popolazioni». Per il Vaticano, alla luce degli «ultimi avvenimenti occorsi a Baghdad, che segnano un'importante svolta nel conflitto irakeno» ora è possibile «una significativa opportunità per il futuro della popolazione». La Chiesa Cattolica, si legge ancora nella nota, «profilandosi, ora, la ricostruzione materiale, politica e sociale dell'Iraq, è pronta, attraverso le sue istituzioni sociali e caritative, a prestare i necessari soccorsi. Così pure le diocesi in Iraq sono disponibili ad offrire le proprie strutture per contribuire ad un'equa distribuzione degli aiuti umanitari». La dichiarazione si conclude con l'auspicio, ripetuto «ancora una volta», che «al tacere del fragore delle armi, gli irakeni e la comunità internazionale sappiano cogliere la impegnativa sfida presente, che è quella di far sorgere definitivamente un'era di pace nel Medio Oriente». Critico nei confronti della Chiesa monsignor Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta che accusa la Santa Sede di non essere intervenuta nel conflitto iracheno. «La Chiesa - afferma l'alto prelato - avrebbe dovuto intervenire con maggiore forza e tempestività sulla posizione assunta dal governo italiano nel conflitto contro l'Iraq, conflitto che mette a rischio il dialogo con il mondo arabo».