Telekom Serbia, verso la resa dei conti
Trantino: «Responsabilità personale per chi ha coperto l'operazione»
Con questa premessa il presidente della Commissione Telekom-Serbia, Enzo Trantino, ha deliberato di investire ufficialmente della questione la Corte dei Conti. L'incartamento è stato trasmesso alla magistratura contabile per accertare, afferma Trantino, «il danno arrecato alla comunità italiana e chiamare così alle responsabilità i singoli consiglieri di amministrazione che hanno assunto, in appena cinque minuti, una decisione che, quantomeno per il notevole impegno finanziario necessario, avrebbe meritato più responsabile approfondimento». Soprattutto per la valutazione del rischio Paese, nel momento in cui, secondo il Presidente della commissione di inchiesta, «l'investimento doveva essere effettuato nella Serbia prossima all'attacco da parte degli Stati Uniti e dalle potenze europee e lo stato di decozione della rete telefonica serba». La commissione ha rinviato il voto per adire la Corte dei Conti. Il centro-destra avrebbe voluto votarla la settimana scorsa ma Trantino ha suggerito di rimandare a ieri per dare la possibilità ai commissari di approfondire le risultanze emerse dall'attività di analisi contabile che lo stesso presidente della Telekom Serbia, aveva già richiesto ai consulenti. La commissione ha inoltre deciso di precorrere i tempi soprattutto al fine di non agevolare la scadenza del termine di prescrizione per la proposizione dell'azione contabile, che è imminente. «Infatti -spiega- il 24 aprile si sarebbe consumata la prescrizione e avremmo abbaiato alla luna». Con 19 voti favorevoli e 2 contrari la commissione ha deciso di trasmettere la documentazione relativa al danno erariale alla Corte dei Conti e al danno civile al Tribunale. Se ormai è acclarato, a giudizio di Trantino, che «il governo di centrosinistra sapeva ciò che si stava compiendo, oggi la commissione è riuscita a intercettare il cammino del flusso dei miliardi che, passando da vari paesi il tentativo di fare perdere le tracce, ha due stazioni di fermata: Cipro e Belgrado. Pedineremo quei soldi nella consapevolezza di volere rendere un servizio al Paese che anche in questo caso, ha subìto lo sperpero di denaro pubblico». «Con la decisione di trasmettere alla magistratura contabile la segnalazione del dossier, la commissione è arrivata ad una svolta decisiva», afferma il senatore Giuseppe Consolo, capogruppo di An nella commissione. «Accogliendo la mia proposta di trasmissione della notizia alla Corte dei Conti si farà chiarezza, attraverso l'indagine contabile, del perchè si sia valutato 1500 miliadi il 49% del pacchetto azionario che tutti i testimoni da noi sentiti hanno quantificato al più in 800 miliardi. Gli altri 700 miliardi di pubblico denaro che strada hanno preso? Dal 10 luglio 2002 ad oggi, dopo 30 riunioni e 37 audizioni -aggiunge Consolo- ne abbiamo fatta di strada». Ieri la Commissione ha sentito il giornalista Giuseppe Scanni che aveva svolto un'inchiesta sull'affare. Scanni ha consegnato ai commissari un foglio di carta sul quale Giuseppe Gerarduzzi (ex dirigente Telecom, indagato) gli aveva scritto delle somme, in milioni di marchi (1500 miliardi in vecchie lire), pagate come tangenti per l'acquisizione del 49% della società serba.