Sarà più difficile indagare sui parlamentari
La Camera ha infatti approvato la legge di attuazione dell'articolo 68 della Costituzione, che disciplina l'applicazione del principio dell'insindacabilità delle opinioni espresse dai parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni e l'utilizzo delle intercettazioni delle comunicazioni di deputati e senatori. A favore si sono espressi Casa delle libertà, Verdi e Sdi. Si sono astenuti Ds, Margherita e Rifondazione comunista. Ma sull'immunità parlamentare la maggioranza presenterà un disegno di legge ad hoc. Insindacabilità per tutte le opinioni espresse dai parlamentari connesse all'attività politica e autorizzazione per intercettare deputati e senatori e per utilizzare le conversazioni tra soggetti terzi e parlamentari intercettate su utenze dei primi: sono questi i due cardini della legge di attuazione dell'articolo 68 della Costituzione che dopo l'ok di Montecitorio ora passerà all'esame del Senato. Nessuna norma invece per sospendere i procedimenti nei confronti di parlamentari e membri del Governo o per reintrodurre in qualche modo l'immunità abolita nel 1993. In pratica, se la riforma passerà anche a Palazzo Madama, saranno insindacabili le opinioni e tutti gli atti «compiuti e i voti espressi nelle aule di Palazzo Madama e Montecitorio» e «per ogni altra attività di ispezione, di divulgazione, di critica e di denuncia politica connessa alla funzione parlamentare, espletata anche fuori del Parlamento». Torna l'obbligo di richiedere l'autorizzazione a procedere anche nei casi in cui l'arresto, la perquisizione o l'intercettazione non riguarda un delitto per il quale è obbligatorio l'arresto in flagranza o per quelli in cui non c'è da eseguire una sentenza di condanna irrevocabile. Arriva anche uno stop anche alle intercettazioni telefoniche, autorizzate dai magistrati, anche nei casi in cui deputati e senatori vengono solo menzionati. L'Ulivo prima sostanzialmente concede la strada spianata (astenendosi al provvedimento e non votando contro) poi protesta. «Un regalo a tanti delinquenti» tuona Pierluigi Castagnetti che aggiunge: «Ci siamo astenuti perchè ci sono parti di questa legge che non condividiamo - dice Castagnetti -. L'impossibilità di utilizzare le intercettazioni dei parlamentari, ma anche tra terzi, è un regalo a tanti delinquenti, che sapranno che basterà fare il nome di un parlamentare e la prova non verrà utilizzata». Giuliano Pisapia, di Rifondazione comunista, si spinge oltre e spera che il provvedimento «al Senato venga migliorato» e «che non si tentino colpi di mano per stravolgere il testo e trasformare l'immunità parlamentare in impunità per i parlamentari». È una legge «sostanzialmente inutile», gli fa eco Vincenzo Siniscalchi (Ds), presidente della Giunta delle Autorizzazioni della Camera. «Sono stati bocciati - spiega - gli emendamenti del centrosinistra che ponevano questioni richiamando anche le decisioni della Corte Costituzionale che "boccia" quasi sempre le decisioni delle Assemblee in tema di immunità e della stessa Corte Europea che in questa materia condanna l'Italia per il mancato rispetto delle garanzie di chi è diffamato, calunniato da parlamentari dichiarati "insindacabili" dalle loro Assemblee. In questo modo la legge si rivela sostanzialmente inutile perchè lascia sul tappeto irrisolti tutti i problemi».