I sindacati: «Non toccate le pensioni»

Cgil, Cisl e Uil sollecitano il ministro del Welfare Maroni a convocarli per discutere della delega previdenziale al Senato e, in attesa dell'incontro, chiedono che «si sospenda la discussione sul provvedimento in Senato». In una lettera inviata ieri al ministro del Welfare, le segreterie confederali di Cgil Cisl Uil ricordano che «a fronte degli annunci a mezzo stampa di modifiche ai contenuti della delega previdenziale attribuite al ministero del Welfare, a tutt'oggi non è pervenuta alcuna convocazione per l'incontro di merito con le organizzazioni confederali più volte annunciato». Cgil Cisl Uil,quindi, «nel sollecitare al ministro l'incontro in tempi certi, richiesto il 26 marzo 2003, ribadiscono che in tale sede andranno ricercate soluzioni condivise rispondenti ai contenuti del documento unitario da tempo in possesso del ministro e del Parlamento». La nota unitaria, firmata da Morena Piccinini per la Cgil, Pier Paolo Baretta per la Cisl e Adriano Musi per la Uil, si conclude con l'invito al governo a intervenire «affinché sia sospesa la discussione di merito sulla delega previdenziale da parte della Commissione Lavoro del Senato e non si addivenga alla discussione in aula prima della conclusione di un reale confronto di merito». Sulla riforma previdenziale interviene lo stesso leader della Cisl Savino Pezzotta, ribadisce un secco «no» a qualsiasi ipotesi di riforma nel settore anche nel caso si pensi di accelerare le scadenza della riforma Dini e osserva che, se ci sono problemi per i conti pubblici, non si può pensare di risolverli con le pensioni che «non sono un salvadanaio». Pezzotta osserva che «l'architettura del sistema pensionistico italiano è una delle migliori d'Europa e pertanto non c'è bisogno di mettere mano all'architettura del sistema. Abbiamo chiesto un incontro sulla delega - aggiunge - per vedere se in quella delega è possibile cambiare alcune cose, pur apprezzando che quel provvedimento dice che le pensioni di anzianità restano e che bisogna andare verso i fondi pensione. Resta il problema della decontribuzione, del rapporto fondi aperti-fondi chiusi e della volontarietà del Tfr. Noi vogliamo discutere di questi tre temi. Altri temi non li discutiamo. La nostra richiesta di incontro è limitata a questi tre temi e vogliamo con questi tre temi chiudere la vicenda». Se c'è un problema sui conti pubblici, aggiunge Pezzotta, «un conto sono i conti pubblici, un conto i conti previdenziali. Non facciamo confusione. Se ci sono problemi, il governo convochi le parti e dica quali sono i problemi di natura economica. Le pensioni non sono il salvadanaio. Il sistema pensionistico regge, lo ha detto lo stesso sottosegretario Brambilla. Se il sistema regge, regge e quindi se si tratta di fare cassa non si usino le pensioni».