Trimestrale, Tesoro al lavoro aspettando la fine di Saddam

Il nuovo quadro macroeconomico verrà aggiornato: archiviata ormai la possibilità di conseguire quest'anno una crescita del 2,3%, come era stato indicato nel programma di stabilità del novembre scorso, le indicazioni che emergono danno un Pil più a rilento, all'1,3%. Un tasso che comunque lo stesso Governo aveva previsto, ma come ipotesi pessimistica tra quattro differenti scenari, già nel programma di stabilità. Il contesto che registra una minore crescita dell'economia a livello internazionale, ulteriormente aggravato dal conflitto in Iraq, dovrebbe dunque portare il Tesoro a focalizzare il nuovo quadro macroeconomico, con una crescita in frenata all'1,3% ed un deficit invece in salita al 2% o poco oltre (contro l'1,5% delle previsioni di novembre). La crescita del pil nel 2003 all'1,3% trova concorde anche l'Isae, l'istituto di studi e analisi economica, come anche le principali agenzie di rating internazionale, a partire da Moody's. Se la revisione smorza gli entusiasmi di fine 2002, periodo nel quale si intravedeva invece una ripresa più decisa dell'economia, resta il fatto che l'Italia si mantiene nella media europea ed anzi riesce a superare nella crescita Francia e Germania e allo stesso tempo a tenersi lontana invece dal pericolo di sfondamento del deficit oltre il 3%; superamento quasi certo per gli altri due paesi europei in questione. Dal canto suo l'Italia conta anche su un miglioramento del fabbisogno (nei primi tre mesi rallenta del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e parallelamente su maggiori incassi: nei primi due mesi del 2003 le entrate tributarie sono cresciute del 6,1%.