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Ranieri: «Troppo lontani, non mi aspetto miracoli»

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L'INTERVISTA

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«Non mi aspetto miracoli» ripete riferendosi a alle conclusioni di oggi a Milano della conferenza programmatica dei Ds che vedranno il faccia a faccia tra Cofferati e Fassino. Onorevole, dopo due giorni di conferenza pensa che la scissione dei Ds sia più vicina? «No, francamente no». Allora vede più vicina l'unità? «No, francamente non vedo neppure più vicina l'unità. Credo che non ci siano stati grandi spostamenti o smottamenti. Per questo da Fassino e Cofferati non mi aspetto miracoli. E, le dirò, forse è anche meglio così». In che senso, scusi? Non auspica un'unità della Quercia? «Certo, ci mancherebbe. Ma sono convinto che un partito maturo, come il nostro, non ha bisogno di accordi di facciata che durano una notte, una stretta di mano e poi si torna al punto di prima». E che cosa si aspetta, Ranieri? «Mi aspetto anzitutto un approfondimento. Che si approfondiscano le posizioni nel merito». Insomma, che ci si incontri sui contenuti? «Sarebbe già un grosso risultato se da tutte le parti ci fosse la piena consapevolezza che si è fatto uno sforzo...» Più che uno sforzo, si sono fatti molti strappi... «No, guardi. Si sono fatti tanti sforzi per avviare un confronto serio e per farlo svolgere». E come potrebbe essere visibile questa "presa di coscienza"? «Potrebbe essere visibile nelle nuove regole. Abbiamo bisogno di nuove regole per il dibattito interno. E credo appunto che si debba partire dal reciproco rispetto. E sa da cosa nasce questo nuovo rispetto? Dalla consapevolezza che dall'altra parte si sta facendo di tutto per venirsi incontro. Quello che le dicevo: questo sarebbe già un buon risultato». Onorevole, lei chiede di parlare dei contenuti. Si potrebbe ripartire dalla politica estera, come ha chiesto Napolitano? Potrebbe essere una base di partenza? «Napolitano giustamente ha chiesto un'unità del partito almeno sulla politica estera. In questa fase sarebbe particolarmente importante. Ma non mi aspetto che si arrivi a tanto». E quando parla di regole a cosa si riferisce? «Penso che sarebbe necessario un confronto serrato, chiaro, profondo e anche esplicito. Ma siano altrettanto chiare le regole del gioco». Insomma, che la maggioranza del partito sia messa in condizione di governare? «La maggioranza interna dei Ds governa già». Ma non siete più disponibili a sopportare un'opposizione interna che è contro sempre e comunque, o no? «Servono regole che consentano alla maggioranza di governare e alla minoranza di fare opposizione nell'aspirazione legittima di poter andare al governo del partito». F. D. O.

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