IL CAPO DELLO STATO IN PIEMONTE
«Oggi - ha detto Ciampi - che abbiamo il cuore colmo di angoscia per una guerra che le istituzioni internazionali non sono riuscite ad evitare, dobbiamo riaffermare la convinzione che queste istituzioni non debbono essere messe da parte come inutili, ma debbono anzi essere rafforzate perché esse soltanto ci danno speranza nel futuro: speranza di pace per i nostri figli e i figli dei nostri figli». Terzo presidente della Repubblica, dopo Giuseppe Saragat e Sandro Pertini, a salire al Sacrario della Benedicta per rendere omaggio ai partigiani fucilati dai tedeschi nell'aprile del '44, Carlo Azeglio Ciampi ricorda che «ogni qualvolta ci rechiamo, come in pellegrinaggio in località che sono state teatro di barbari eccidi, nel corso della Resistenza, vogliamo riconsacrare noi stessi, e la Repubblica, ai principi che guidarono quella lotta che fu lotta per la liberazione della patria occupata e insieme lotta per la libertà. In essa ha le sue radici la scelta della Costituzione repubblicana, che la nazione nuovamente libera volle darsi». «Gli ideali della Resistenza - ha ricordato il capo dello Stato - furono la sorgente viva da cui trasse nuova forza il movimento federalista europeo. La strada che ha condotto alla nascita dell'Unione europea, che sta per allargarsi ed abbracciare quasi tutto il nostro continente, è stata lunga, non l'abbiamo ancora percorsa tutta ma abbiamo costruito istituzioni che offrono una nuova speranza, una nuova certezza di pace alle generazioni future». Di qui l'appello del capo dello Stato a che le istituzioni internazionali siano rafforzate. «Queste istituzioni - ha detto Ciampi - propongono anche al mondo un modello esemplare di convivenza creativa tra i popoli che furono per secoli nemici, benchè fossero tutti figli di una stessa civiltà, fondata su ideali comuni». «Le speranze di pace dell'umanità - ha proseguito - si affidano ancora al nucleo di istituzioni internazionali nate dopo la seconda guerra mondiale, prima fra tutte l'Onu, con l'impegnativo obiettivo di garantire una convivenza pacifica fra tutti i popoli». A chiusura del suo intervento Ciampi ha rivolto un pensiero ai giovani partigiani trucidati. «Non li abbiamo dementicati e non li dimenticheremo - ha concluso il presidente della Repubblica - la memoria incancellabile del loro sacrificio è la fonte del nostro impegno per la costruzione di una Europa e di un mondo di pace». Dopo l'omaggio alla lapide dei caduti, la cerimonia di commemorazione del 59° anniversario dei martiri della Benedicta si è conclusa con alcuni interventi ufficiali: il sindaco di Bosio, comune dove sorge il Sacrario, il presidente della Provincia di Alessandria, Fabrizio Palenzona, il presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, e il rappresentante dei comitati antifascisti di Alessandria e Genova, Raimondo Ricci. A conclusione l'intervento del capo dello Stato, «che ha ribadito l'importanza del ruolo dell'Onu e di tutte le organizzazioni internazionali nate dopo il secondo conflitto mondiale». Ad accogliere il capo dello Stato migliaia di persone: qualche superstite alla strage, molti familiari delle vittime, ex partigiani e tanta gente comune, fra cui anche gli allievi della scuola Media ed Elementare di Mornese, che all'arrivo della coppia presidenziale hanno intonato le note dell'inno d'Italia. Bandiere tricolori, unite a quelle europee, e vessilli arcobaleno della pace hanno accompagnato i calorosi applausi che hanno salutato Ciampi e la signora Franca.