I MINISTRI DELLE FINANZE RIUNITI AD ATENE
Ecofin: nella ricostruzione in Iraq l'Ue deve avere un ruolo importante
È la conclusione emersa dalla riunione informale dell'Ecofin, tenutasi ieri a Vouliagmeni, nei pressi di Atene, alla quale hanno partecipato i ministri delle Finanze dei 15 Paesi dell'Ue. Il tema della ricostruzione dell'Iraq è stato discusso in termini generali, dal momento che, hanno concordato i ministri europei, «non si sa quanto durerà la guerra, né quanto estese siano le distruzioni». Di sicuro, però, l'Ue dovrà affrontare la questione del dopo-guerra «sotto il profilo dello sviluppo non solo economico, ma anche sociale e politico del Medio Oriente e di tutto il Mediterraneo». Sul tavolo dell'assemblea, alla quale hanno partecipato per l'Italia il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, temi macroeconomici, politiche di bilancio e la questione della successione del presidente della Bce, Wim Duisenberg, alla luce dei problemi giudiziari sul caso Credit Lyonnais in cui è stato coinvolto Jean-Claude Trichet, candidato alla poltrona di presidente. Ma il nodo è stato presto sciolto. Al termine della riunione, infatti, Duisenberg ha annunciato che resterà alla guida della Banca centrale europea fino a quando non verrà eletto il suo successore, sicuramente oltre la data annunciata delle sue dimissioni, il prossimo 9 luglio, e oltre la scadenza naturale del suo mandato a settembre. Quanto ai conti pubblici dei Paesi Ue, dall'Ecofin di Atene è emerso che la Commissione europea non intende utilizzare «le stime del 2004 come base per eventuali azioni nei confronti degli stati membri» come l'«early warning» (avvertimento preventivo) che, secondo la procedura anti-deficit del Patto di stabilità, scatta quando si verifica uno sforamento del tetto del 3% nel rapporto deficit-Pil. Gerassimos Thomas, portavoce del commissario Ue Pedro Solbes, non ha né smentito né confermato le anticipazioni stampa sulle nuove previsioni di primavera di Bruxelles, che attribuiscono all'Italia un deficit 2003 al 2,3% e 2004 al 3,1% a fronte di una crescita del Pil rispettivamente dell'1% e del 2,1%. «L'unica cosa che posso dire - ha sottolineato Thomas - è che le cifre del 2004 sono stime fatte sulla base di politiche invariate, che non tengono conto cioè di manovre finanziarie del governo. Questo vale non solo per l'Italia, ma per tutti gli stati membri. Anche le cifre 2004 contenute nel rapporto sulla situazione del bilancio francese, sulla base del quale la commissione ha avviato il primo passo per la procedura di deficit eccessivo, sono stime a politiche invariate». Le previsioni del governo indicano invece per l'Italia un deficit 2003 all'1,5% e per il 2004 allo 0,6%. Sulla crescita, le ultime stime riviste al ribasso del governo indicano un aumento del Pil dell'1,8% per l'anno in corso e del 2,9% per l'anno prossimo. Secondo i dati anticipati dalla stampa, Bruxelles avrebbe stime diverse da quelle del governo anche per quanto riguarda il debito pubblico: secondo Roma, dovrebbe attestarsi al 105% del Pil nel 2003 per scendere al 100,4% nel 2004, mentre per la Commissione dovrebbe collocarsi al 106% nell'anno in corso e scendere solo al 104,7% nel 2004. Divergenze anche sull'avanzo primario: per il governo nel 2003 sarà al 5% del Pil, nel 2004 al 5,5%, mentre per Bruxelles rispettivamente del 3,5% e del 2,7% del Pil. Il vertice Ecofin di Atene si è chiuso con un'ultima nota di Duisenberg sull'inflazione nell'Eurozona, che, secondo il capo della Bce, dovrebbe scendere sotto al 2% se l'andamento dei prezzi del petrolio, tendente al ribasso, non si modificherà.