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La Moratti sferza gli scienziati «Quali scoperte hanno fatto?»

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«Non abbiamo paura di toccare i privilegi e di trovarci gli scienziati in piazza dopo avere abbandonato provette e camici», dice, e affonda: «Mi piacerebbe chiedere a tanti di questi scienziati quali sono le scoperte che hanno fatto. Probabilmente scopriremmo che non hanno fatto scoperte e invece ci sono tanti giovani ricercatori esclusi dalla carriera, dalla ricerca». Ribadito quindi che la ricerca «è un altro asset su cui si fonda la competitività del Paese» la Moratti così prosegue: «Abbiamo ereditato una situazione pesante, gli investimenti nella ricerca dal '91 al 2001 — sottolinea — sono costantemente scesi. Quest'anno per la prima volta, quindi con la finanziaria 2002, c'è stata un'inversione di tendenza, con 200 milioni di euro in più. Sbaglia — prosegue il ministro — chi dice che stiamo riducendo gli investimenti in ricerca, li stiamo invece razionalizzando. Ci sono privilegi che vanno smantellati. Le linee guida per la ricerca per la prima volta hanno avuto il coraggio di dire dove investire e dove non farlo. Basta con i finanziamenti a pioggia. Si concedano invece a quelle aree e a quegli istituti che dimostrano di essere capaci di investire bene. E non basta. Dobbiamo monitorare. Non viene fatta ad esempio — aggiunge — nessuna valutazione nella ricerca universitaria e invece la ricerca va fatta sui progetti e poi va controllata, ex ante, in itinere, ex post». A caldo reagisce Lucio Bianco, presidente del Cnr che definisce «sorprendenti» le dichiarazioni del ministro, elenca alcuni nomi dei noti studiosi che hanno contestato la politica governativa nel settore e dice che a questo punto tutti i ricercatori dovrebbero inviare il loro curriculum vitae al ministro. D. T.

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