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L'appello di Ciampi «Presto l'intervento delle Nazioni Unite»

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Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, è intervenuto ieri sul conflitto, auspicando che l'Onu possa avere un ruolo decisivo nella rinascita democratica dell'Iraq. Nel suo discorso durante la visita ad Alessandria Ciampi ha evidenziato la necessità di aiutare la popolazione civile irachena e, guardando al futuro, si è appellato all'Onu, che ha la responsabilità di far rinascere un Iraq democratico. «Già da ora dobbiamo porci il problema di come la comunità internazionale, attraverso l'Onu, possa assumere la responsabilità della rinascita di un Iraq democratico e di una pacificazione dell'intero Medio Oriente» ha detto il presidente della Repubblica. «Anche se a questa guerra non partecipiamo per volontà di tutte le forze politiche - ha aggiunto - non per questo restiamo indifferenti ad un evento tragico che vorremmo non si fosse mai verificato». «Noi proponiamo il modello di intervento nei Balcani e in Afghanistan, disposto dalle organizzazioni internazionali, come esemplare, esprimendo il fervido auspicio che la guerra in corso in Iraq abbia al più presto fine» ha detto ancora Ciampi. Nel suo intervento il presidente della Repubblica ha inoltre sottolineato l'importanza che si completi l'iter delle riforme, con le quali «è in gioco il nostro futuro, non solo la reale unità della Repubblica, ma la sua efficienza, anche nel quadro europeo e mondiale». Ciampi ha quindi sottolineato l'importanza di realizzare al più presto il federalismo fiscale. L'appello di Fini alla ricostruzione — Il tema della ricostruzione è stato affrontato anche dal vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini. «La ricostruzione dell'Iraq deve partire dal popolo iracheno - ha dichiarato - e deve avvenire con il massimo coinvolgimento degli organismi internazionali, a partire dalle Nazioni Unite. Mi auguro che l'Europa possa avere un ruolo». I sindacati uniti — Cgil, Cisl e Uil hanno confermato in un documento unitario «l'opposizione alla guerra condotta dagli Usa e dai suoi alleati senza legittimità internazionale», una guerra che provoca ancora un volta «conseguenze gravi per le persone, sull'economia e sul futuro ordine mondiale». Per i sindacati la parola deve dunque tornare alla politica internazionale e, in particolare, all'Onu, che dovrà porsi quattro obiettivi: fermare la guerra, disarmare il regime, allontanare e incriminare Saddam presso il Tribunale penale internazionale. Ma non è tutto. Cgil, Cisl e Uil daranno vita ad un «fondo per la pace» per finanziare i progetti di aiuto delle popolazioni colpite dal conflitto. Poiché la guerra continua, anche le manifestazioni non si fermano. Il 12 aprile a Roma è in programma una nuova protesta di piazza. La speranze di Rutelli — «Speriamo in una rapida vittoria degli Usa in Iraq, anche per ridurre i morti nei combattimenti». È questo l'auspicio espresso da Francesco Rutelli, per il quale «dopo la vittoria in Iraq deve essere sconfitta la teoria statunitense della conflittualità permanente». Per il leader della Margherita il dibattito sulla durata della guerra è «demenziale», perché bisogna auspicare una «rapida fine del conflitto, con la vittoria degli americani e in inglesi, che ponga fine ai morti, sia civili che combattenti». E, poi, bisogna attivarsi subito per il dopo, «recuperare il multilateralismo» che ha la sua «sede principale» nell'Onu. Nonostante l'intervento di ieri, per Renato Schifani, capogruppo di Forza Italia al Senato, «Rutelli e la sua coalizione danno discredito al nostro Paese». Anche il presidente dei deputati di Forza Italia, Elio Vito, ha invitato Rutelli a fare autocritica.

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