Gli Usa frenano il ruolo dell'Onu in Iraq Powell smentisce «liste nere» di società escluse dagli appalti per la ricostruzione
Lo ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale nazionale Condoleezza Rice, la quale ha inoltre promesso che gli iracheni parteciperanno al processo di ricostruzione «sin dal primo giorno». «Sarebbe naturale che le forze della coalizione, dopo aver liberato l'Iraq e aver dato la vita e il sangue al tale fine, prendessero il ruolo di guida. Nessuno si deve sorprendere», ha detto la Rice. Il consigliere per la sicurezza nazionale ha detto che l'Onu avrà un ruolo da svolgere, soprattutto nella distribuzione degli aiuti umanitari e la direzione del programma «cibo contro petrolio», che prevede di usare i ricavi della vendita di petrolio per acquistare generi di prima necessità. Ma «il ruolo preciso dell'Onu dovrà essere deciso nell'ambito di consultazioni tra il popolo iracheno, i membri della coalizione e i dirigenti delle stesse Nazioni Unite». Il primo ministro inglese Tony Blair ha più volte dichiarato nei giorni scorsi che i militari faranno dietro front dal paese del Golfo dopo aver rovesciato il regime di Saddam e che l'amministrazione dell'Iraq sarà affidata alle Nazioni Unite e agli iracheni stessi. «Sicuramente - ha precisato ieri il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer - l'Iraq sarà governato dagli iracheni e le Nazioni Unite avranno un loro ruolo. Ma per definire meglio i particolari abbiamo bisogno di consultarci ancora fra noi». Fleischer ha indicato chiaramente che nel governo del dopo Saddam sarà ritagliato un ruolo di rilievo all'opposizione costretta all'esilio. Smentita invece ogni ipotesi di cessate il fuoco con gli iracheni. La guerra sarà considerata vinta solo quando «l'Iraq sarà stato disarmato, il regime sarà stato cambiato e il popolo iracheno avrà finalmente la possibilità di vivere libero». Vediamo già in alcune zone, ha detto il portavoce «il popolo iracheno assumere una certa forma di di autorità. Ma siamo ancora in mezzo al conflitto, l'Iraq è un campo di battaglia e il nostro compito principale per ora è vincere la guerra». Se Saddam Hussein verrà catturato vivo, ha poi aggiunto Fleischer rispondendo a un giornalista, «verrà giudicato come un criminale di guerra». Per discutere dell'andamento delle operazioni belliche e per portare avanti quelle consultazioni citate da Fleischer, il presidente americano George W. Bush e Blair si incontreranno martedì nell'Ulster. L'annuncio è arrivato dalla Casa Bianca forte dell'approvazione da parte del Congresso di un nuovo stanziamento di ottanta miliardi di dollari per finanziare la guerra. Lo stanziamento per il proseguimento del conflitto e per l'inizio della ricostruzione dell'Iraq è stato approvato sia dal Senato che dal Congresso. Entrambi i rami del parlamento sono nelle mani del partito repubblicano, cui appartiene lo stesso Bush. Con gli americani ormai a Baghdad, il presidente francese Jacques Chirac intanto scatena una frenetica offensiva diplomatica dall'unico, martellante leit-motiv: si dia all'Onu un «ruolo centrale» nell'Iraq del dopo-Saddam. Sul «ruolo centrale dell'Onu» russi e tedeschi sono al cento per cento d'accordo e per Chirac si tratta di un obiettivo aggregante in un'Europa spaccata nell'approccio alla guerra. La Francia farà la voce grossa in seno al Consiglio di sicurezza dove ha un seggio permanente e quindi avrà un ruolo anche sul dopo-Saddam se passa il principio della centralità dell'Onu. Il segretario di Stato americano Colin Powell in un'intervista ha offerto a Chirac il classico ramoscello di ulivo: «È venuto il tempo di riconciliarci», ha detto, assicurando che non ci saranno «liste nere» di società da escludere dagli appalti iracheni in rappresaglia per la linea anti-guerra dei loro Paesi. Powell ieri ha fatto un riferimento alle immagini di Saddam mandate in onda dalla tv irachena: «Quel video non influirà affatto sul morale delle nostre truppe».