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IN SETTIMANA L'INCONTRO DECISIVO

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Maroni-sindacati, prove di accordo sulle pensioni

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Il ministro Maroni ha deciso di convocare i sindacati nei prossimi giorni, ma anche se una data «non è stata ancora fissata», la Cisl comunque è determinata a sedersi al tavolo «per fare accordi». A dirlo è Savino Pezzotta, segretario generale, al margine del workshop Confcommercio di Cernobbio, parlando con i giornalisti, aggiungendo che il suo compito come sindacalista «è per l'appunto fare accordi». Poi, certo, ha aggiunto «se il piatto è buono lo prendo, altrimenti lo rifiuto». «Tutti dicono che ci sono margini e possibilità - ha poi affermato - andiamo a sperimentare e poi decideremo». Per Musi della Uil è importante che «Maroni rispetti gli impegni presi anche nelle dichiarazioni che più volte ha fatto sulla inutilità di alcuni contenuti della delega, a partire dalla decontribuzione, sapendo che già ci troviamo in presenza di una diminuzione di entrate». Secondo lui infatti «se aggraviamo questa situazione con un intervento di decontribuzione sarebbe un'ulteriore gap di entrate per lo Stato la cui situazione nel 2003 è già complessa». Quello delle pensioni è un problema che va affrontato e risolto, ma senza minare la coesione sociale, è il monito di Sergio Billè, presidente della Confcommercio: «Attenzione, perchè non è a colpi di shock ulteriori dal un punto di vista della coesione sociale che noi possiamo raggiungere successi» dice Billè, e spiega che alcuni temi della riforma possono essere affrontati con il consenso di tutti, mentre per altri «converrà aspettare fasi più positive dell'economia». Il presidente di Confcommercio sottolinea quindi che «l'avvio della previdenza complementare è un passaggio fondamentale» perchè soltanto in questa maniera «si riusciranno a creare le condizioni per cui il problema delle pensioni può essere affrontato e concluso nel migliore dei modi». Scendendo in piazza, prosegue Billè, «non andiamo da nessuna parte» e sarebbe piuttosto utile «trarre insegnamento da quanto è avvenuto in questi giorni e l'anno scorso con oltre 32 mln di ore di sciopero per l'articolo 18 che potevano essere evitate».

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