A Roma drappi neri sui ponti sul Tevere e, nella notte, bloccate 130 autobotti della Esso
Manifestazioni in tutta Italia contro la guerra in Iraq. Mobilitati 10 mila uomini delle forze dell'ordine Pacifisti in piazza, incidenti a Torino
Ieri contro la guerra in Iraq il Dipartimento della Ps ne ha contate 43 in 32 province, alle quali hanno partecipato 90mila persone. Le iniziative che hanno visto la maggiore partecipazione, sempre secondo le Forze dell'ordine che per vigilare hanno impiegato 10mila uomini, sono state quelle di Bologna, Napoli e Torino. A Roma, i pacifisti hanno organizzato una vestizione «a lutto» di 14 ponti dove a mezzogiorno sono stati appesi drappi neri. A Roma la mobilitazione anti-guerra era cominciata già nella notte fra l'altro ieri e ieri con un «presidio» allo stabilimento della Esso (che fornisce il carburante alle truppe anglo-americane) per impedire che la autobotti caricassero benzina. Alle 7 di ieri mattina i manifestanti hanno detto di aver bloccato il rifornimento di circa 130 autobotti. A Bologna i manifestanti oltre che marciare a piedi hanno manifestato in bicicletta mettendo in crisi il traffico; poi al suono di una sirena si sono sdraiati in terra. In generale tutto si è svolto senza problemi, comunque alcuni incidenti si sono verificati. Durante la manifestazione all'aeroporto militare di Ghedi (Brescia) ci sono stati il tentativo di superare la rete di recinzione e il lancio di petardi, fumogeni e bottiglie vuote all'interno della base. Non è escluso che sia stata usata anche una bottiglia molotov, perché alla base di una torretta lungo il perimetro della base l'erba ha preso fuoco ed è stata spenta con un idrante. Tentativo di intrusione c'è stato anche alla base americana di Ederle (Vicenza). I responsabili sono stati identificati e saranno denunciati. Gli incidenti più gravi si sono verificati però a Torino dove ci sono stati scontri tra autonomi e polizia e sono state spaccate vetrine, rovesciati numerosi banchetti sotto i portici e divelto panchine. Dal corteo, di circa cinquemila persone, c'è stato un fuggi fuggi generale con la gente che si è rifugiata nei negozi, molti dei quali hanno abbassato la saracinesca. Giovani italiani ed immigrati (questi ultimi poco prima avevano bruciato le bandiere americane al grido di «Allah Akbar») hanno poi eretto barricate tra via XX Settembre e piazza Castello, dando fuoco ai cassonetti dell'immondizia e a materiale sottratto dai cantieri edili. Disobbedienti in azione anche a Cosenza, dove un gruppo ha scalato il palazzo che ospita la sede di Forza Italia e sotto le finestre del partito del premier ha piazzato uno striscione con scritto «Ribelli alla guerra, stop global war». Una bandiera arcobaleno di tre metri per due ha raggiunto anche la vetta più alta della Sardegna, i 1834 metri sul massiccio del Gennargentu, portata da quattro alpinisti. L'ultima manifestazione della giornata di ieri era in programma a Pisa, dove era previsto un corteo dalla stazione fino alle vicinanze della base Usa di Camp Darby, dalla quale, secondo i pacifisti, nella notte dovrebbe cominciare il trasferimento di bombe e missili diretti nel golfo. Da registrare, infine, un grave incidente a Reggio Emilia. Alla manifestazione per la pace una donna è caduta in serata dal furgone sul quale stava tentando di salire, battendo la testa. È apparsa subito in gravissime condizioni ed è stata trasportata d'urgenza all'arcispedale S. Maria Nuova.