Il partito Rai pretende almeno tre vicedirezioni
Dopo il CdA di professori e intellettuali di varia provenienza, il presidente inviato d'assalto e il direttore generale supermanager con tanto di master alla Bocconi, ecco che per quanto riguarda i vicedirettori generali il popolo di viale Mazzini spera vivamente che siano tutti interni. «Interni e funzionali», è infatti l'indicazione editoriale che viene dalla presidenza e dal Cda. Ma a sceglierli, proponendone i nomi, deve essere sempre il direttore generale. A quanto pare potrebbero essere tre o anche quattro e avranno il compito materiale di portare avanti l'azienda. Questo perché anche se Flavio Cattaneo è sicuramente il manager bravo e determinato di cui si parla, non ha oggettivamente competenza sul prodotto televisivo, quindi ha bisogno di consiglieri esperti. Martedì con la riunione del CdA e l'assembla totalitaria degli azionisti la nomina di Cattaneo sarà ufficiale e i vertici potranno cominciare a lavorare sul serio. La nomina di tre (o quattro) vicedirettori è comunque urgente per i compiti operativi e nei corridoi del palazzo di amianto il tam tam sui nomi è sempre più insistente. Si parla di nuovo di Giancarlo Leone come vice sul prodotto audiovisivo e, in alternativa, di Angela Buttiglione o Sergio Valzania e fra gli altri candidati tornano Gianfranco Comanducci e Giuliana Del Bufalo. Per l'area Ulivo si parla di Marcello Del Bosco e Giuseppe Cereda, mentre è molto probabile che fra i vice ci sia un tecnico di area ex Iri, come Rubens Esposito e Pierluigi Malesani. Fra gli sponsor di Leone (attuale direttore di RaiCinema) c'è a quanto pare proprio l'ex direttore generale Agostino Saccà, che secondo le voci potrebbe spimgere la sua nomina per ricevere come «consolazione» due poltrone in una: quelle di RaiCinema e RaiFiction, finalmente accorpate come era in progetto. Ieri per il partito Rai ha parlato Pippo Baudo: «Questa nuova dirigenza bisogna vederla alla prova dei fatti, certo il tempo che hanno a disposizione è molto poco, al massimo un anno mentre per ridisegnare una mappa televisiva ci vuole molto più tempo, almeno tre anni. La nostra tragedia - ha aggiunto Baudo - è che non c'è mai una programmazione lunga nel tempo e tecnicamente collaudata, mentre ci vogliono tre anni, come minimo, per fare una serie di palinsesti, per approvarli, per farli digerire dal pubblico». Visto che i vicedirettori saranno rigorosamente interni, comunque l'amministratore delegato dell'Acea Paolo Cuccia, già nel toto-vice, si chiama fuori, avvertendo che «i programmi e le potenzialità di Acea rimangono il mio obiettivo primario». Continuano i ringraziamenti per l'opera svolta da Saccà, sia da parte del ministro delle Comunicazioni Gasparri che di Pino Nano, consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria, ma proseguono anche le polemiche contro lo spostamento di RaiDue a Milano e contro la manifestazione popolare di sabato 5 aprile. «Un intero canale Rai sarà di fatto, e con massiccio impiego di uomini e risorse, posto al servizio di una iniziativa propagandistica dal nome Raidue a Milano, voluta e promossa da Provincia, Comune e Regione Lombardia per festeggiare il trasferimento nel capoluogo lombardo», afferma il senatore Antonello Falomi che in merito ha inviato una lettera al presidente della commissione di Vigilanza, Claudio Petruccioli, mentre anche Bonatesta di An protesta: «Le decisioni che il neodirettore generale della Rai, Flavio Cattaneo, prenderà sull'annunciata mobilitazione del secondo canale, con personaggi e programmi di quella rete precettati per fare da megafono alla manifestazione pubblica del prossimo 5 aprile, organizzata per festeggiare il trasferimento di Raidue a Milano, saranno il primo banco di prova circa l'effettiva volontà e capacità dei nuovi vertici dell'azienda di fare gli interessi del servizio pubblico radiotelevisivo, invece di quelli di eventuali partiti Rai del Nord». Prima di entrare a viale Mazzini, Cattaneo si trova quindi una grana non da poco sulla scrivania