Scuola, cortei contro la riforma Moratti
Guerra di cifre sull'adesione fra ministero e Gilda. I sindacati annunciano una lotta dura
Lo sciopero della scuola, indetto per chiedere il rinnovo del contratto, ha invece cambiato bersagli: ad essere presi di mira nei cortei di studenti ed insegnanti, che si sono tenuti ieri mattina in diverse città, sono state la riforma Moratti e la guerra «illegittima» all'Iraq. L'astensione dal lavoro, appoggiata da tutte le principali sigle sindacali, era già stata decisa prima dello scoppio della guerra, ma fin dal primo giorno del conflitto i leader sindacali avevano detto chiaramente che lo sciopero sarebbe stato anche contro l'azione anglo-americana. E sullo sciopero è scoppiata la solita guerra di cifre. Per il ministero dell'Istruzione alla protesta ha aderito circa il 38% del personale, mentre per la Gilda le adesioni sono state di oltre il 60%, con punte del 100%. Per Gian Paolo Patta, segretario generale della Cgil, nelle piazze sono scese fra le 150 e le 200 mila persone. Ma vediamo le manifestazioni nelle diverse città. A Roma alcune centinaia di persone, tra cui diversi studenti delle scuole superiori, si sono riunite davanti alla sede del ministero dell'Istruzione. Tra la folla anche uno stenditoio con la biancheria e la scritta: «Un bucato contro la sporca guerra». «La scuola è al 90% contro questa illegale spedizione in Iraq - ha detto il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi - perché è un'istituzione contro ogni tipo di discriminazione». Il corteo dei professori si è poi unito a quello degli studenti. Un migliaio di insegnanti di Roma e del Lazio aderenti a Cgil, Cisl, Uil Scuola e Snals Confsal si sono radunati anche davanti all'Ufficio scolastico del Lazio. A Bologna il corteo, partito da piazza XX Settembre e diretto a piazza Maggiore, è stato aperto da un grande striscione con scritto: «La scuola contro la guerra». Cortei anche a Torino, a Milano, dove è stato innalzato un enorme lenzuolo nero con scritto «No alle bombe», a Brescia e a Venezia. A Fano gli studenti hanno bloccato la statale Adriatica. A Vercelli un'insegnante e due studenti sono stati investiti da un automobilista mentre manifestavano. A Napoli si è protestato soprattutto contro il taglio del 17% del personale, previsto in Campania dalla riforma Moratti, vale a dire 2.500 posti. Durante le manifestazioni i sindacalisti hanno evidenziato i motivi della protesta, annunciando che, se non ci saranno risposte, la lotta si farà più dura. «Vogliamo dal governo risposte precise sulla scuola contro l'incertezza delle promesse vuote e la certezza dei tagli sempre più devastanti» ha detto Enrico Panini, della Cgil. La senatrice della Margherita Albertina Soliani, capogruppo in commissione Istruzione al Senato, ha puntato l'indice contro il governo, accusandolo di «azione irresponsabile» sul fronte scuola. «La piena riuscita dello sciopero segna un punto alto nella lotta contro la politica del governo Berlusconi» ha dichiarato il Ds Andrea Ranieri. Per il segretario nazionale della Cisl, Savino Pezzotta, «non si può fare una riforma decidendo a colpi di maggioranza». Il deputato di Forza Italia, Osvaldo Napoli, ha sottolineato «il comportamento profondamente scorretto dei sindacati». St. Mor.