Berlusconi: «Al terrorismo non va data alcuna tregua»
La guerra in Iraq è sempre al centro dello scontro tra maggioranza ed opposizione e si moltiplicano le manifestazioni di piazza a favore della pace e contro Bush e Berlusconi. Il presidente del Consiglio ieri ha ribadito che è necessario «combattere senza tregua e senza ambiguità il terrorismo e gli Stati che lo proteggono e lo alimentano», ma nello stesso tempo occorre operare per «estendere lo sviluppo ed il benessere a tutti i popoli del mondo se si vuole edificare una pace duratura fondata sulla giustizia». Un sostegno politico alla guerra in Iraq condiviso anche dal vicepremier Gianfranco Fini perché gli Usa, ha sottolineato, stanno combattendo per liberare il popolo iracheno dalla dittatura di Saddam Hussein. Purtroppo, ha detto ancora Fini, non esiste una guerra «pulita» e succede di vedere soldati prigionieri mostrati «come trofei», «un fatto tribale che va contro la convenzione di Ginevra». Per Fini non si può quindi che auspicare che la guerra finisca al più presto. Il vice premier si è anche detto rammaricato perché l'Unione europea si è divisa. E per quanto riguarda l'Onu ha insistito che sia «rivista». Una comune volontà europea è auspicata da tutti i leader politici dopo le divisioni sorte a causa della crisi irachena. Anche il presidente della Camera Casini si è augurato che l'Europa non proceda in ordine sparso. E si è detto convinto che il governo italiano, che avrà la responsabilità della presidenza dell'Ue nel prossimo semestre, saprà cogliere fino in fondo questa necessità avvertita un pò da tutti. Ma l'opposizione non crede alla capacità di Berlusconi di saper mediare tra i partner europei. Piero Fassino è convinto che, se il governo non correggerà la sua politica estera, Berlusconi e il nostro Paese saranno considerati poco credibili a livello europeo. E questo a causa di quelle che Massimo D'Alema definisce «improvvide dichiarazioni» del presidente del consiglio sulla Francia. Il capogruppo dei Ds, Luciano Violante, parla di «gaffe» commesse da Berlusconi, che insiste in una politica estera che «non è nè carne nè pesce». Queste accuse, è stata la replica del portavoce di Forza Italia Sandro Bondi, ancora una volta dimostrano che la sinistra italiana è «pervicacemente antinazionale».