Lo scudo bis renderà fino a 150 miliardi

Secondo le stime di Steinhauslin, la private bank del gruppo Mps si potrà arrivare ad un'emersione fino a 150 miliardi di euro, dunque più del doppio dei 60 miliardi di euro emersi con la prima sanatoria. Comunque, anche la stima più prudenziale fatta dallo stesso istituto finanziario porta ad un rientro di capitali almeno pari a 90 mld di euro. Non è semplice fare un calcolo preciso sugli incassi per l'erario, ma in ogni caso non dovrebbero essere inferiori, stima Steinhauslin, ai 2,5 miliardi di euro. La «forchetta» sulle stime è così ampia (90-150 miliardi) perché aleggia una proroga dei termini (fissati al 16 aprile per l'aliquota al 2,5% e al 30 giugno per quella al 4%). La richiesta è insistentemente portata avanti dalle associazioni di categoria, che lamentano i tempi troppo stretti per le operazioni. E, secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza, non sarebbe infatti escluso un allungamento del termine al 16 maggio per lo scudo e al 30 giugno per il condono attraverso un decreto legge dell'ultim'ora. Tornando invece alle stime relative allo scudo bis, Steinhauslin sottolinea che il combinato tra la nuova edizione dello scudo e il condono tombale mette al riparo da rischi di accertamenti che comunque erano presenti nella prima edizione. Di qui la previsione di un'emersione superiore, almeno del 50%, rispetto allo scorso anno. C'è la Svizzera in pole position tra i Paesi dai quali verranno fatte il maggior numero di operazioni, ma secondo Steinhauslin anche Usa e Bahamas, e comunque i Paesi facenti parte o appena usciti dalla «black list» dell'Ocse. Per quanto riguarda la media dei capitali che verranno «scudati» si calcola 2,5-4 milioni di euro per le persone fisiche e 4-15 milioni per le società. Una media che sottintende che possano esserci anche rientri consistenti, nell'ordine anche di diverse decine di milioni di euro, soprattutto da parte delle persone giuridiche. Per quanto riguarda invece la ripartizione geografica, se il primo scudo ha visto protagonista la Lombardia, che da sola ha rimpatriato il 65% del valore complessivo, nella seconda edizione il 55% del valore delle operazioni dovrebbe interessare Lombardia-Emilia Romagna-Veneto, il 9% Piemonte-Liguria, il 7% Toscana, il 6% il Lazio, il 5% le Marche; dovrebbero questa volta rientrare anche capitali al Sud. «C'è una serie di fattori - spiegano gli analisti della private bank di Mps - che renderanno sempre meno conveniente continuare a detenere irregolarmente capitali all'estero, dal programma per l'abolizione del segreto bancario alla forte lotta al terrorismo finanziario. Lo scudo bis, cioè, si inserisce in un contesto globale che si sta rapidamente evolvendo verso una minore tutela dell'anonimato dei soggetti investitori, soprattutto con riferimento alla progressiva diminuzione dei paradisi fiscali, il cui numero è diminuito, nel 2002, da 28 a 6. Chi resterà fuori, nonostante lo scudo, può esser assimilato a chi i capitali non li riporterà mai in Italia perchè illeciti».