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di DAVID MURGIA «LA GUERRA minaccia le sorti dell'umanità» e solo la pace può «costruire ...

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E duro come sempre lancia il suo appello verso chi quel conflitto ha voluto e sta portando avanti. «Quando la guerra, come in questi giorni in Iraq, minaccia le sorti dell'umanità, è ancora più urgente proclamare, con voce forte e decisa, che solo la pace è la strada per costruire una società più giusta e solidale», ha detto il Pontefice ieri incontrando in Vaticano i giornalisti e i dipendenti dell'emittente cattolica «Telepace». «Mai la violenza e le armi - ha proseguito il Papa - possono risolvere i problemi degli uomini». In una mattinata come quella di ieri che ha registrato i primi bombardamenti alla luce del giorno su Baghdad e Bassora, Giovanni Paolo II è intervenuto risoluto come al solito dopo l'avvio di «Shock and awe» per dire «no alla guerra». «La pace - ha insistito il Pontefice - è dono di Dio e umile e costante conquista degli uomini». Dall'inizio delle ostilità, il Santo Padre non aveva fatto finora commenti pubblici, ma i suoi più stretti collaboratori avevano riferito del suo dolore e della sua delusione. Mentre nei giorni scorsi il cardinale Joseph Ratzinger era intervenuto per condannare chi usa il nome di Dio per giustificare la guerra, Giovanni Paolo II aveva pregato per il dramma dell'Iraq insieme alla curia romana, convocata per un'ora di meditazione come è tradizione di ogni venerdì di quaresima. E secondo l'agenzia missionaria «Misna» i bombardamenti di questi giorni che hanno colpito la capitale irachena è rimasto ferito anche il vescovo ausiliare del Patriarcato caldeo di Baghdad, monsignor Emmanuel-Karim Dally, In queste ore gli operatori della Caritas di Baghdad stanno verificando le conseguenze provocate dalla pioggia di missili e bombe caduta sulla città nelle ultime ore. Ieri centinaia di famiglie, terrorizzate dai primi attacchi aerei e dalle continue sirene di allarme, avevano abbandonato le proprie case per cercare rifugio in edifici scolastici, dove la Caritas sta fornendo assistenza alimentare e medicine. La comunità caldea in Iraq conta circa 750.000 fedeli, con sede patriarcale a Baghdad ed eparchie in tutto il Medio Oriente. Intanto a Baghdad è rimasto il nunzio pontificio Ferdinando Filoni che ha riferito che la presa di posizione del Papa a favore della pace ha suscitato grande emozione non solo nella comunità cristiana ma anche in quella musulmana, aprendo nuove prospettive di dialogo con la popolazione islamica. Da Milano ieri è arriva anche il monito dell'arcivescovo della città, Dionigi Tettamanzi, che si unisce agli appelli dei giorni scorsi di numerosi cardinali. «Bisogna avere il pudore di non attribuire a Dio volontà, desideri e progetti che appartengono invece ai singoli uomini», ha detto l'arcivescovo riferendosi al Dio invocato da Bush e da Saddam. Avvicinato dopo il suo discorso agli studenti delle scuole cattoliche in piazza Duomo, Tettamanzi ha rivolto un invito alle comunità cristiane «ad accogliere quanto il Papa ha chiesto, ossia di farsi sentinelle della pace, a cui io aggiungo autentiche ed operose. Non basta - ha sottolineato - gridare la pace ma occorre coinvolgersi nella vita sociale e politica». E per questa mattina è atteso un nuovo appello alla pace del Papa che, alle 10, in piazza San Pietro il rito per la proclamazione di cinque nuovi beati: il sacerdote francese Pierre Bonhomme; tre suore spagnole, fondatrici di istituti religiosi, María Dolores Rodríguez Sopena, María Caridad Brader, Juana María Condesa Lluch; e il laico ungherese Làszlò Batthyany Strattmann, noto come il medico dei poveri. I nuovi Beati, i primi del 2003, si aggiungono ai 1297 già beatificati da Giovanni Paolo II in 25 anni di Pontificato.

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