L'Ulivo: il premier non rappresenta la volontà del Paese
Il premier ha poi precisato che di aver frainteso la domanda dei giornalisti alla quale aveva così risposto, e di essersi voluto riferire alle iniziative dell'opposizione, perché, ha chiarito, la buona fede di chi manifesta per la pace è comunque scontata, ma la polemica si è sviluppata lo stesso. In questo momento, è stata la reazione di Massimo D'Alema (contestato alla fiaccolata da alcuni manifestanti che gli hanno chiesto se le bombe sul Kosovo erano giuste) ed anche di Francesco Rutelli, il presidente del consiglio «non rappresenta la volontà del Paese» perché in piazza è rappresentata «una larga maggioranza degli italiani». Per Rutelli Berlusconi sbaglia ad avere un atteggiamento così «supponente» verso milioni di cittadini che esprimono l'angoscia per la guerra. Quella di Berlusconi, secondo il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti, è un'«ironia fuori luogo» perché la gente scende in piazza essendo molto preoccupata per quanto sta accadendo in Iraq. Per il verde Alfonso Pecoraro Scanio «è da irresponsabile criminalizzare le manifestazioni». Tutte critiche che gli esponenti del Centrodestra respingono al mittente ritenendo che ad essere irresponsabili sono coloro che manifestano contro un paese, gli Stati Uniti, impegnato nella lotta al terrorismo internazionale. Il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi ha attaccato soprattutto D'Alema che con le sue dichiarazioni, ha affermato, «torna ad indossare l'eskimo e a lanciare molotov contro il governo e contro il Parlamento». Ha anche criticato i sindacati che hanno proclamato uno sciopero «incomprensibile ed anomalo» contro la guerra. Gli scioperi contro la guerra, secondo il portavoce di An Mario Landolfi, sono inutili e penalizzano soltanto i cittadini. Nella Cdl però c'è chi non è d'accordo. Il capogruppo dell'Udc alla Camera ha annunciato che alle manifestazioni per la pace potrebbero partecipare anche alcuni esponenti dello Scudocrociato. Ma questo, ha precisato, non significa essere a favore di Saddam. Il Centrosinistra ha intanto chiesto che il governo informi immediatamente il Parlamento sull'andamento della guerra. A questo scopo le commissioni Esteri e Difesa della Camera resteranno convocate in seduta permanente. Ma non saranno sospesi i lavori dell'aula, come chiedeva l'opposizione. Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha assicurato che da parte del governo e del Parlamento c'è un'«attenzione politica allertata», tenendo anche conto che l'Italia «ha ambiti di responsabilità ben definiti», non essendo «una nazione belligerante». Anche il ministro per i rapporti con il Parlamento ha garantito che il governo informerà il Parlamento. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha intanto precisato che se il conflitto dovesse aggravarsi e gli Stati Uniti chiedessero un nostro sostegno più attivo, «l'Italia resterà non belligerante». E. S.