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L'Italia finanzierà i campi profughi

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Lo ha assicurato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta nel corso di un incontro avuto ieri a palazzo Chigi con Augustine Mahiga, rappresentante dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). All'incontro hanno partecipato il deputato di An Andrea Ronchi, Guido Bertolaso capo della Protezione civile e Lionello Boscardi dell'Unhcr. «L'impegno del governo italiano a favore dell'organizzazione di aiuti in loco — riferiscono fonti dell'Alto Commissariato — è anche volto ad impedire un massiccio flusso di profughi dall'Iraq in Europa» e in Italia. «Stiamo predisponendo — spiegano sempre le stesse fonti — campi in Giordania (a Ruwaished, cinquanta chilometri da confine iracheno), in Siria (a El Hol, cento chilometri dal confine con l'Iraq) ed anche in Iran e Turchia». Al momento, viene ancora sottolineato, «non è possibile fare una stima del possibile esodo dall'Iraq. Troppe le incognite, a cominciare dalla durata della guerra. Meno durerà e più ridotto sarà l'esodo. Al momento, comunque, noi ci stiamo attrezzando per un massimo di 300.000 profughi». Il problema naturalmente, aggiungono all'Alto commissariato, sono i soldi e per questo l'aiuto dell'Italia è fondamentale. In vista di un possibile afflusso di profughi iracheni in Italia, ieri il ministro della Giustizia Castelli ha detto che «Non è giusto che sia solo l'Italia a farsi carico dei profughi clandestini. Anche l'Europa deve fare la sua parte» anche perché fra i profughi potrebbero esservi «infiltrazioni di terroristi islamici». Sempre ieri, il giornale della Lega La Padania ha sostenuto che «ci vuole un cordone di sicurezza» riportando una frase di Bossi secondo il quale «i profughi finirebbero tutti al Nord, come l'altra volta. Spero che questa volta l'Europa sappia far fronte alla situazione con adeguati investimenti per aiutare sul posto le popolazioni irachene».

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