«È probabile che ci sia stata un'antipatia da parte di Prodi nei miei confronti».

Agnes aggiunge qualche altro particolare al racconto già fatto tre mesi fa in Commissione su quando l'allora ministro del Tesoro Ciampi lo invitò a dimettersi: «Io rifiutai - racconta - e il ministro non ha insistito più di tanto. Mi disse "la comprendO"». A fargli cambiare idea furono invece le parole del direttore generale Mario Draghi che, accompagnandolo alla macchina, gli avrebbe detto «Le conviene dimettersi, lei tiene pure famiglia....». Frase, questa, che Agnes esclude possa essersi tratta di una minaccia. «Draghi aggiunse "lei conosce Prodi..." forse credeva che, essendo stato direttore generale della Rai e Prodi presidente dell'Iri, io gli fossi amico. E infatti poi mi spiegò: "guardi che è Prodi che non la vuole più a quel postO"». Ma - aggiunge - «è probabile che per essere cacciato così, su due piedi, Prodi non abbia fatto tutto da solo, deve aver avuto qualche aggancio». Difatti Agnes ritiene che a non gradirlo fosse non solo il premier dell'epoca ma anche l'ex sottosegretario Micheli. Ma perchè questa presunta antipatia di Prodi? «Forse - risponde Agnes - perchè all'epoca si pensava che un direttore generale della Rai valeva quattro ministri, mentre il presidente dell'Iri solo due sottosegretari». Ma a dividerli - ha riferito Agnes - c'era anche una diversa cultura sulle privatizzazioni: «Io e Pascale volevamo le privatizzazioni, ma volevamo procedere per gradi». Tuttavia - aggiunge - «quando sul giornale lessi dello scandalo un pensierino l'ho fatto, e cioè che la richiesta di dimissioni potesse venire dal fatto che Agnes e Pascale potevano dire di no» all'affaire.