Sul ruolo di Onu e Nato Fassino cambia spesso idea
Queste sono le posizioni che sono state assunte nel tempo dall'attuale leader della Quercia, che il 18 gennaio del 1991 durante la prima crisi del Golfo nel corso di una manifestazione per la pace a Napoli ricordava che «non si può pensare che è possibile risolvere i problemi degli stati e dei popoli di quell'area con una guerra». «Essa renderà - aggiungeva - i conflitti più laceranti. Una pace che non sia fondata sul diritto, sarebbe una pace fragile» sostenne il deputato del Pci, dopo che il Parlamento italiano aveva approvato l'intervento nel Golfo e l'Onu autorizzato l'uso della forza. Nel 1999 la musica cambia. In quel periodo l'Europa torna in guerra per l'intervento della Nato in Kosovo. Poche ore dopo che la Nato ha iniziato la propria missione sui cieli di Belgrado, il ministro per il Commercio con l'estero, Fassino, si fa intervistare da «L'Unità». appare questo titolo: «Una Nato cattiva e un Onu buona? Una distinzione manichea è ormai insensata». Nel corso di questa interessante intervista a Umberto De Giovannangeli, il futuro segretario dei Ds si cimenta nell'analisi della crisi internazionale e quando il giornalista gli ricorda che 120 parlamentari di sinistra hanno votato un documento che critica l'intervento della Nato fuori dall'egida Onu, il politico piemontese non si scompone. «Credo che dobbiamo finalmente superare la manichea distinzione tra una Onu buona contrapposta ad una Nato cattiva. Vorrei ricordare che i caschi blu delle Nazioni Unite assistettero impotenti a Sebrenica, in Bosnia, al massacro di centinaia di musulmani. E, al contrario, quando la Nato è in Bosnia non si spara più e la presenza lì dei soldati dell'alleanza, tra cui 2000 italiani è garanzia di pace». Peccato che oggi Fassino abbia dimenticato queste parole.