Parte la nuova Rai, slitta a martedì il dg
Un'inviata di guerra al posto di Baldassarre. E infatti ieri è stata eletta all'unanimità (cinque voti su cinque, compreso il suo) nel corso del primo CdA d'emergenza, mentre il Balda divenne presidente solo a maggioranza. Slitta invece a martedì la decisione sul direttore generale, mentre il nuovo CdA stamani si recherà da Ciampi al Quirinale. La voce che ieri girava sul prossimo dg riguardava il manager esterno di cui si parla da giorni nei palazzi del potere e che qualcuno ha identificato in Franco Tatò, il quale ieri si è dimesso dalla presidenza di Hdp, anche se sono in molti a credere che sia Mauro Masi il designato ( si parla anche dell'ex direttore di RaiUno Carlo Fuscagni). Questo nell'ipotesi che Agostino Saccà non riesca a restare con due vice, di An e Udc. Per lui comunque è pronta (e libera) la poltrona di direttore di RaiFiction. L'Annunziata day ieri è cominciato verso le 14,30 con il pranzo a Palazzo Giustinani con Pera e Casini. «Sono frastornata per due cose, per questo momento difficile, con la guerra in arrivo che sento molto e per l'inizio del mio lavoro alla Rai», ha detto l'Annunziata prima dell'incontro, cui hanno partecipato anche Marcello Veneziani, Giorgio Rumi, Angelo Maria Petroni, Francesco Alberoni e il presidente della Vigilanza Petruccioli. Robe manteau nero, maglietta bianca e pantaloni grigi con stivali camperos, per la Annunziata, tutti in scuro, meno Petroni in abito grigio, i consiglieri. Menù a base di pesce, con gamberoni di secondo, per i convitati che hanno affrontato in generale il tema del documento approvato dalla Vigilanza sul pluralismo. L'attenzione infatti è tutta sulla guerra: «I colleghi Rai che restano a Baghdad lo fanno perchè intendevano rimanere lì», ha detto l'Annunziata. «Ci tenevo a dirlo perchè li ho sentiti tutti - ha aggiunto - li ho ringraziati e ho avuto anche da loro ringraziamenti». La riunione d'urgenza, «si giustifica con l'esigenza di dare un editore all'azienda in relazione all'emergenza guerra», ha aggiunto la presidente che è subito volata a viale Mazzini con i consiglieri. Foto di rito davanti al cavallo solo per Alberoni e Petroni. Prima del CdA, il saluto di Baldassarre e poi, dopo la votazione, la relazione del dg sull'emergenza guerra, sul piano predisposto per seguire in modo tempestivo e adeguato lo sviluppo degli avvenimenti in Iraq: grande flessibilità e programmi sospesi, anche temporaneamente, per far posto alle edizioni speciali e al «Diario di Guerra». Al termine della sua relazione Saccà ha rimesso il mandato, come da consuetudine. Ma ieri fra gli inviati c'è stata però una defezione: Carlo Maria Lo Savio, il giornalista del Tg2, ha deciso di lasciare Baghdad con l'operatore Alessandro Bellini. I due si trovavano ad Amman. Lo Savio ha deciso, in piena autonomia e d'intesa con il direttore della testata. Intanto, a Saxa Rubra c'è già malumore: l'assemblea del Tg3 ha «appreso con sconcerto che il vertice intenderebbe assegnare a Porta a Porta l'esclusiva sulla guerra in prima serata», dice l'assemblea, aggiungendo che «altri programmi verrebbero cancellati». L'azienda però ha subito precisato: «Non ci sarà esclusiva sull'argomento». La giornata di insediamento si è conclusa a palazzo San Macuto in Vigilanza. «Biagi e Santoro? Non ne abbiamo parlato», ha tagliato corto Alberoni, assediato dalle Jene. «Parlo a nome mio perché ancora non abbiamo avuto occasione di approfondire - ha detto la Annunziata ai parlamentari - Sicuramente, ci saranno dei confronti accesi, ma io sono per la chiarezza: quando saremo in disaccordo nessuno potrà mai dire che ha vinto la destra o la sinistra, perché risponderemo in prima persona della diversità di posizione presa». E a chi le ha chiesto come affronteranno il calo d'ascolto di due punti e più di share, la risposta è stata: «Nel prossimo consiglio, insieme al direttore generale».