di ELVIO SARROCCO BERLUSCONI riferirà oggi, prima alla Camera e poi al Senato, sulla ...

Sulla concessione di queste autorizzazioni si pronuncerà il Parlamento con un voto. Ma il ministro degli Esteri, Frattini, ha già anticipato, provocando roventi polemiche, che il governo ha preso questo impegno con gli Stati Uniti «in due o tre occasioni». Dopo l'intervento di Berlusconi il governo presenterà una sua mozione sull'intervento Usa in Iraq nella quale confermerà i legami con gli Usa che «vanno da subito rafforzati» e confermerà la disponibilità a concedere le basi italiane agli americani. Per trovare un accordo tra gli alleati ieri sera a Palazzo Chigi c'è stato un vertice con tutti i leader della CdL durato tre ore e mezzo. Questa mattina si riunirà il consiglio dei ministri e Berlusconi anticiperà le linee del suo intervento in programma alla Camera ed al Senato. Subito dopo parteciperà ad una riunione del Consiglio supremo di Difesa convocato al Quirinale dal capo dello Stato che ieri ha rinunciato a un viaggio in Puglia e ad altri impegni. Sia alla Camera sia al Senato si prevede un duro scontro tra centrodestra e centrosinistra, già anticipato ieri da furiosi battibecchi. A Montecitorio sono volate parole grosse tra Massimo D'Alema e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, che, in risposta alle pressanti richieste dell'Ulivo che il Parlamento venisse informato con urgenza, ha ricordato che il governo di centrosinistra, guidato da D'Alema, nel marzo 1999 informò le Camere sull'attacco all'ex Jugoslavia «quando il bombardamento era cominciato da 24 ore» con la partecipazione di aerei italiani. D'Alema ha reagito con durezza, urlando «buffone» e «bugiardo» a Giovanardi, accusandolo di aver detto delle «falsità» e minacciando «un'azione in tutte le sedi» per tutelare la sua «onorabilità». Poi D'Alema si è scusato per la parola «buffone», ma ha ribadito che il ministro aveva raccontato delle bugie. In mattinata c'era già stata una prima avvisaglia. Il ministro degli Esteri, Frattini, a «Radio anch'io» ha annunciato che l'Italia non impegnerà soldati in Iraq, ma «concede agli Stati Uniti l'uso delle sue basi e il permesso di sorvolo». Soltanto nel pomeriggio ha precisato che su queste concessioni dovrà decidere oggi il Parlamento. Frattini si è augurato che l'opposizione non si spinga a chiederci di «rinnegare l'Alleanza Atlantica», perché l'Italia è legata agli Usa da un vincolo internazionale. Se l'Ulivo fosse stato al governo, ha affemato il ministro, avrebbe fatto la stessa cosa. Sulla concessione dello spazio aereo e dell'uso delle basi è intervenuto anche il vice premier, Gianfranco Fini, per sostenere che non sarebbe necessario il via libera del Parlanento che, ha affermato, è già stato informato dal governo su questa possibilità. Sul sostegno alla guerra c'è però maretta nella CdL perché l'Udc è molto tiepida sul possibile appoggio. Il capogruppo alla Camera Luca Volontè ha infatti chiesto al ministro Frattini di portare in Parlamento le «motivazioni giuridiche» che consentono al nostro Paese di concedere agli alleati americani l'uso delle basi ed il sorvolo dello spazio aereo. Volontè ha auspicato che nella mozione unitaria della CdL venga precisato che l'uso delle basi deve essere «passivo». Ossia dalle basi italiane non possono partire attacchi diretti all'Iraq. Qualche riserva sulla guerra c'è anche in An. Per il governatore del Lazio Francesco Storace una guerra non deliberata dall'Onu è «sbagliatissima». Intanto l'Ulivo attacca il governo e prepara una mozione unitaria (insieme a Rifondazione Comunista) da presentare oggi alla Camera ed al Senato. Il Parlamento, accusa Francesco Rutelli, non ha autorizzato il governo a partecipare alla guerra contro l'Iraq. E Berlusconi si deve quindi dimettere se non smentisce il Dipartimento di Stato Usa che ha incluso l'Italia in un elenco di 30 paesi che «affiancano gli Stati Uniti». È «qualcosa di enorme», incalza Rutelli, il