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Commissione giustizia, sì alla norma salva-Bossi

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La Cdl modifica il testo ripescando il decreto dei Ds. La pena di sei mesi può diventare pecuniaria

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Il testo, che prevede la possibilità di sostituire la pena di sei mesi di detenzione con la sanzione pecuniaria, è passato con 8 voti favorevoli e sei contrari (i deputati dell'opposizione in realtà sono 19, mentre quelli della maggioranza 25 ndr), compreso quella della Lega. «Alla fine ce l'hanno fatta - spiega il deputato dei Ds Francesco Bonito - e la norma l'hanno votata, compreso quella transitoria secondo la quale il provvedimento è applicabile ai procedimenti in corso. La Lega comunque, con Carolina Lussana, ha votato contro. Ha spiegato che era d'accordo con il contenuto della norma, ma non volendo essere strumentalizzata, ha preferito dire di no. Tanto i numeri per farla passare la Cdl ce li aveva». «In questo modo - sottolinea un altro esponente della Quercia, Vincenzo Siniscalchi - si dà per la prima volta alla Corte di Cassazione il compito del giudice di merito». Nel testo, già licenziato dalla Camera in prima lettura, venne introdotto dal Senato un nuovo articolo, il 5, che di fatto modificava in senso estensivo la legge già esistente sulle misure alternative al carcere, praticamente raddoppiandole. «Il giudice - recitava il testo - nel pronunciare la sentenza di condanna, quando ritiene di dover determinare la durata della pena detentiva entro il limite di due anni può sostituire tale pena con quella della semidetenzione; quando ritiene di doverla determinare entro il limite di un anno può sostituirla anche con la libertà controllata; quando ritiene di doverla determinare entro il limite di sei mesi (nella legge così come è oggi si parla di tre mesi ndr), può sostituirla altresì con la pena pecuniaria...». Ed è quest'ultima previsione che avrebbe potuto aiutare Bossi visto che su di lui pende una condanna a quattro mesi di carcere per i fatti di Via Bellerio sulla quale si deve ancora pronunciare la Cassazione. Il Procuratore Generale della Corte d'Appello infatti aveva presentato ricorso alla Suprema Corte osservando che al leader del Carroccio non poteva essere concessa per la terza volta la sospensione condizionale visto che ne aveva avute già due. In più il provvedimento ha una norma transitoria che non solo consente l'applicazione ai procedimenti in corso, ma dice testualmente che «per tali procedimenti la Corte di Cassazione può applicare direttamente le sanzioni sostitutive». Poi però scoppiarono le polemiche. E Bossi ammise che da «buon patriota padano» non temeva il carcere. Il relatore del provvedimento, il deputato di FI Niccolò Ghedini, decise così di cambiare di nuovo il testo della discordia facendo proprio un emendamento presentato al Senato da Elvio Fassone (DS) che semplificava ancora di più la procedura delle sanzioni sostitutive: in caso di una pena di sei mesi di detenzione il magistrato può decidere di trasformarla in sanzione pecuniaria».

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