Per Bondi (FI) ci sono ancora spazi per una soluzione politica
Il ministro ha però definito «inopportuno» un nuovo voto immediato del Parlamento italiano sulla crisi internazionale. «In Parlamento è già stata definita una linea. Votare ancora, prima di ulteriori sviluppi della situazione internazionale, significherebbe - ha spiegato il ministro - ammettere il fatto che quella linea votata, e cioè la ricerca di ogni strada diplomatica per evitare la guerra, è fallita. Vorrebbe dire ammettere che, se anche il Paese più tenacemente si è adoperato per la pace getta la spugna, non c'è davvero più niente da fare, sarebbe dunque un segnale negativo anche a livello internazionale». «È dunque opportuno - ha proseguito il ministro Buttiglione - che le linee stabilite a suo tempo del governo e confortate dal voto parlamentare rimangano valide». Il ministro ha aggiunto che il governo continuerà ad utilizzare tutto il tempo disponibile per tentare «con assoluta ostinazione una soluzione che eviti la guerra». Quanto all'ipotesi di esilio di Saddam Hussein Buttiglione ha aggiunto che il governo riterrebbe positiva questa soluzione perché «siamo convinti che l'avvio di un processo democratico in Iraq sia altrettanto importante del disarmo e che ripristinerebbe un clima di fiducia e di normalità». Intanto, l'appello accorato del Papa contro la guerra in Iraq e il richiamo ad impegnarsi in un negoziato ha dato lo spunto alle opposizioni per tornare a chiedere una dichiarazione aperta e netta su una guerra contro l'Iraq non voluta dall'Onu. La maggioranza ha replicato che c'è ancora spazio per soluzioni di pace e soprattutto che non è ancora il tempo di arrivare ad un voto che sancirebbe, ancor prima dell'uso delle armi nella zona, la fine di una qualsiasi via diplomatica. In particolare i Verdi hanno chiesto che si passi ad una fase di ostruzionismo diretto e attivo, per costringere il governo ad affrontare in aula il dibattito sulla crisi internazionale. Ma sono state soprattutto le parole del Papa ad accendere il «partito» anti-guerra. Clemente Mastella, Pierluigi Castagnetti e Fausto Bertinotti hanno sottolineato la rilevanza dell'appello del Papa. Bertinotti ha chiesto l'immediata convocazione del Parlamento, dopo la manifestazione di sabato a Milano e «le straordinarie parole del Papa». Sulla stessa linea Castagnetti, che ha invitato Berlusconi a chiamarsi fuori dalla guerra, anche come conseguenza dall'esclusione dell'Italia dal vertice delle Azzorre: «Il drammatico appello del Papa per evitare la guerra non può lasciare indifferente ed inerte il governo italiano» ha detto il capogruppo della Margherita. Mastella ha invitato tutti i leader cattolici del centrodestra ad attivarsi perché il nuovo drammatico appello del Papa non cada nel vuoto. Il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, ha parlato di spazi ancora utili per una soluzione politica.