La decontribuzione non ridurrà le pensioni

Lo ha detto il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che ha ribadito che l'obiettivo del Governo è che la delega previdenziale venga approvata dal Parlamento entro giugno. «Quella sulla decontribuzione - ha detto Maroni intervistato nel corso della trasmissione Catallassi di Radio Radicale - è una questione ancora aperta, come quella del conferimento obbligatorio del Tfr ai fondi pensione. I sindacati sono fortemente contrari a questa norma. Ma credo che l'opposizione alla decontribuzione, che è un provvedimento sacrosanto è un problema che è stato caricato troppo di significati politici e ideologici». Maroni ha quindi ribadito che il taglio dei contributi previdenziali per i neo assunti non creerà alcun problema sul fronte dei conti pubblici e delle future pensioni e ha definito quello della Cgil «allarmismo a buon mercato». «Se la decontribuzione non funzionerà - ha spiegato - non succederà assolutamente niente. Se invece funzionerà, come auspichiamo, ci sarà un aumento dell'occupazione e dunque un aumento del gettito dell'Inps che non potranno che avere effetti positivi sia sui conti che sulle pensioni». Il ministro, infine, ha detto che, sempre in tema di decontribuzione, «il Governo in sede di decreto legislativo potrà reintrodurre la soglia del 3%. Questa è la mia intenzione. Su questo tema rispetto alla delega non cambierà nulla».