DIFFICILE TROVARE UNA LINEA PER L'ITALIA
Un trucco professionale che per anni gli è servito da imprenditore durante le più difficili trattative. La migliore gli è venuta aprendo la campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia, presentando la graziosa candidata-presidente voluta da Umberto Bossi: «questa è l'unica Guerra che ci piace». Da settimane il premier italiano taceva infatti sull'altra guerra, che avrà la "g" minuscola, ma pesa come un macigno sulla sensibilità degli elettori. Perchè è difficile avere una linea chiara in questo momento nel mondo. La guerra evidentemente non piace nemmeno a Berlusconi. Che ha la grande fortuna di guidare un paese che non ha alcun ruolo, nè come membro permanente, nè come membro provvisorio, all'interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Però l'Italia non può tornare indietro sull'appoggio, anche formale, offerto a George W.Bush e agli Stati Uniti con cui si è rinsaldata sempre più un'alleanza politica e commerciale. Continuare a posizionarsi sulla linea «tutto deve passare dall'Onu» aveva un senso al momento delle marce per la pace e le polemiche sui pacifisti «senza se e senza ma». Oggi che l'Onu si sbriciola, e proprio perchè l'Italia in quel consesso non ha alcun ruolo, quella linea rischia di sembrare inutile. E l'impasse diventa ancora più grave se, come sembra, gli americani dovessero chiedere all'Italia non solo l'utilizzo delle basi, ma anche un impegno militare diretto...