COSSIGA ASCOLTATO IN COMMISSIONE
Francesco Cossiga ieri davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sull'affare Telekom-Serbia assolve l'allora ministro del Tesoro, Ciampi, degli Esteri, Dini e l'ex sottosegretario Fassino in merito a presunte responsabilità nell'affare Telekom-Serbia. In sostanza, dice il senatore a vita, «credo che ci abbiano fregati» i serbi. Se quello condotto è stato un «cattivo affare», allora, ha aggiunto Cossiga rivolgendosi ai commissari, «voi potete dare solo del cretino e non del disonesto» a chi lo concluse. Di più: il presidente emerito della Repubblica non ha mancato di citare diversi episodi del passato, quando rivestiva l'incarico di capo del governo o di ministro degli Interni, per ricordare che tutto il commercio estero si basa su mediazioni. «Io di tangenti un po' me ne intendo», ha detto Cossiga riferendosi alle scelte che si trovò ad affrontare quando scoppiarono lo scandalo Eni-Petromin e quello sulla vendita delle fregate all'Iraq. E ancora: «Chi pensa di andare a comprare roba in medioriente senza pagare tangenti è meglio che cambi mestiere» Cossiga ha anche parlato di un personaggio che sarebbe a conoscenza di particolari riguardanti l'«affare» e ne ha rivelato riservatamente il nome al presidente della Commissione Trantino (An). Si tratta di «una persona onesta, esperta di affari finanziari, estremamente autorevole e seria» che avrebbe parlato a Cossiga del trasporto di denaro in sacchi di juta a bordo di aerei privati e che avrebbe fatto notare al senatore a vita che il vero interrogativo da sciogliere è su chi poteva in quel momenti fornire una così ingente quantità di denaro cash. Cossiga non ha voluto dire il nome durante la sua audizione pubblica in Commissione: «Lo dirò al presidente - ha aggiunto - così potrà convocare questa persona, ma in modo che non si capisca che è a me collegata». E così ha fatto.