INTANTO IL FMI PREVEDE CRESCITA RIDOTTA IN CASO DI GUERRA

Una riduzione di 62.122 milioni che riporta il debito indietro di dodici mesi, poco al di sotto dei 1.355.044 milioni del gennaio 2002. Rispetto, però, a dicembre 2001 il debito (che ammontava a 1,336 mld) è cresciuto di oltre 6 mld di euro, una variazione pari allo 0,45%. Lo rende noto la Banca d'Italia nel consueto supplemento al Bollettino statistico. Bankitalia rende noto anche che le entrate tributarie sono calate nel 2002. Il totale ha registrato una flessione di 4,593 miliardi, pari all'1,39%, passando così dai 330,748 del 2001 a 326,155 dello scorso anno. Considerando il solo mese di dicembre del 2002, però, il gettito fiscale è stato di 66,764 miliardi a fronte dei 58,391 del dicembre 2001 e dei 23,723 mld di novembre. Il responsabile economico di FI, Luigi Casero, parla di «buoni risultati riguardanti il trend del debito pubblico, che a dicembre 2002 si è attestato sul livello più basso degli ultimi dodici mesi, dimostrano in termini concreti la bontà delle scelte di politica economica del governo Berlusconi». Il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, sottolinea che «la diminuzione del debito rappresenta un elemento importante sul fronte del Patto di Stabilità europeo. Ora siamo dentro i limiti, non solo del deficit annuale, ma anche del debito. Un bel passo avanti». Ieri intanto le indiscrezioni in vista della pubblicazione dell'outlook il 9 aprile mostravano un 2003 segnato dal possibile conflitto iracheno, con una crescita dell'economia mondiale di poco superiore al 3% e quella italiana ancorata all'1,3%, in flessione rispetto alla precedente stima del 2,3% ma accreditata di una risalita al 2,5% nel 2004. Nella revisione verso il basso, un ruolo fondamentale lo giocano le tensioni geopolitiche che l'intero pianeta sta vivendo sul fronte del possibile avvio, a breve, di ostilità militari nel Golfo Persico: oltre all'Italia, a risentire delle conseguenze economiche di un attacco anglo-americano al governo di Bagdad sarebbero anche gli Paesi dell'area Euro, vista in progresso dell'1,3% rispetto alla precedente stima del 2,3% ma con una ripresa al 2,4% nel 2004 e gli Stati Uniti. In base ai dati del Fondo Monetario Internazionale, la previsione di espansione relativa al prodotto interno lordo americano dovrebbe scende dal 2,6% al 2,4% in attesa di una accelerazione al 3,9% nel 2004.