Come cambia la carriera
E sette classi per gli aumenti di stipendi, che restano automatici. È il meccanismo introdotto dal maxi emendamento alla riforma dell'ordinamento giudiziario, per intervenire sulla carriera dei magistrati, che ora continuerà ad essere automatica per gli stipendi, ma non per gli avanzamenti di grado, finora anch'esso automatico. Per passare dalle funzioni di primo grado a quello di secondo (e cioè per esempio da giudice di tribunale a consigliere di corte d'appello), ci vorrà un concorso interno, con il 75 per cento dei posti disponibili decisi dal Consiglio Superiore della Magistratura con una valutazione delle domande degli interessati, e il restante 25 per cento affidati con un concorso per titoli ed esami. Per giungere in Cassazione, e cioè alle funzioni di legittimità, il magistrato dovrà superare un concorso, e poi frequentare, con un giudizio finale positivo, un corso di formazione presso la Scuola Superiore delle Professioni Giuridiche. Il 25 per cento dei posti disponibili per la Cassazione è poi riservato ai magistrati che da cinque anni esercitano altra funzione di legittimità. Nel caso in cui il magistrato superi il concorso per il passaggio superiore, allora è previsto anche uno scatto ulteriore nello stipendio: per esempio la quinta classe in caso di funzioni di secondo grado (Corte d'appello), e la sesta in caso di approdo in Cassazione, funzione di legittimità. La commissione d'esame sarà composta da professori universitari e magistrati nominati dal Csm, essendo scomparsa la presenza del membro indicato dal Governo. La stessa composizione anche per i concorsi previsti per il passaggio da una funzione all'altra, passaggio che si potrà fare solo dopo cinque anni in una stessa funzione e trasferendosi in altro distretto. Inoltre, la riforma prevede che nessun magistrato potrà rimanere in servizio presso lo steso ufficio nello stesso incarico per oltre dieci anni, salvo diversa valutazione del Csm, per non oltre due anni. Verrà quindi istituita la Scuola Superiore delle professioni giuridiche, che non si chiamerà più quindi Scuola della Magistratura, che organizzerà corsi biennali di preparazione al concorso di ammissione alla magistratura, e corsi di aggiornamento professionale per i magistrati. La Scuola avrà autonomia organizzativa e sarà diretta da un comitato, da rinnovare ogni quattro anni, composto da due magistrati di Cassazione, due magistrati ordinari, nominati dal Csm, un avvocato nominato dal Consiglio Nazionale Forense, da un professore in materie giuridiche e un membro nominato dal ministro della giustizia.