CARO Salvalaggio, sono un uomo di 45 anni e non ho mai avuto una fidanzata né tantomeno rapporti sessuali.
In passato ero stato pure attratto da un romanzo di Moravia, «Io e lui», dove è descritto in modo provocatorio il rapporto di un uomo con il proprio sesso. Ma io non ho nessun rapporto con l'Eros, non la più flebile intesa. Vorrei sapere quante persone soffrono dei miei stessi disturbi. Gradirei un suo parere. P. GENTILE signore, quando abitavo a Londra ho frequentato un discepolo del celebre dottor Freud. Un giorno mi disse che a suo modo di vedere «l'iniziazione sessuale è come il varo di una nave»: se la nave scorre sulla traccia prestabilita, entrerà in acqua con cronometrica puntualità. Se invece ha un intoppo lungo lo scivolo, non conoscerà capitano né ciurma, e il battesimo del mare le sarà negato. Ora io non so nulla della sua adolescenza, ma suppongo che la «messa in acqua» - il suo varo amoroso - sia stato bloccato da un trauma. Vede, c'è chi non ha mai vinto al lotto, e chi non ha mai incontrato la donna giusta. Ma una curiosità mi punge: perché ha aspettato tanto tempo prima di chiedere aiuto? Nessuno l'ha invitata a consultare un analista? In ogni caso, non è mai troppo tardi. Nel suo avvincente «Diario», Giuseppe Prezzolini racconta di aver avuto la sua prima «vertigine sessuale» a sessant'anni. * * * Sono malata di malinconia A me piace salire a bordo della sua scialuppa, perché non sai mai cosa trovi. È come un suk arabo, un grande mercato dai tanti bric-à-brac e oggettini colorati. In questo momento non saprei dirle cosa cerco, ma mi piacerebbe trovarlo. Per esempio, un bel libro che mi faccia entrare in un mondo favoloso; oppure un film brillante, ottimista, di quelli che andavano di moda in America ai tempi di Frank Capra. Lei ha qualcosa da suggerire a una lettrice ammalata di malinconia? Alida Varchi -Firenze UN FILM brioso e scoppiettante di trovate? Se lei segue le cronache filmiche del mio amico Gian Luigi Rondi, avrà pane per i suoi denti. Per i miei gusti, direi «Chicago», un musical con Richard Gere: è così veloce, iridescente, e ben recitato, che alla fine vorresti rimanere in poltrona, per una seconda visione. Quando al libro, le offro una doppia scelta: un capolavoro di Tolstoi, «La morte di Ivan Ilich»; e in seconda istanza, per un weekend leggero e rilassante, «Inviato speciale» di Evelyn Waugh. [email protected]