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Mieli a colazione da Pera, per sondare

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Nel totodirettore Mengozzi e Leone alla pari, ma con due vice. Tutte le poltrone attualmente in bilico

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Intanto Biagi e Santoro continuano a non piacere affatto alla Cdl e la Lega giudica «non un bell'esordio» quello di Mieli, vista la faziosità dimostrata dai due discussi giornalisti anche nelle loro dichiarazioni più recenti. In ogni caso la grande attesa in Rai resta legata alla direzione generale, per cui sono ancora in pole position Giancarlo Leone e Francesco Mengozzi, con l'ipotesi di una doppia vicedirezione (vicina a Fi e An o Lega), anche perché da quella poltrona dipenderanno poi una serie di cambiamenti, di cui già si comincia a sentire il fermento. Oggi dunque Mieli andrà a colazione a Palazzo Giustiniani con il presidente del Senato Marcello Pera, ma a quanto pare senza gli altri quattro consiglieri nominati (come accade di prassi). Occasione di questo incontro è in realtà la conferenza che Bernard Lewis terrà nel pomeriggio al Senato sul tema «è possibile la democrazia in Medio Oriente?», ma è chiaro che Pera e Mieli parleranno del nuovo incarico e delle «condizioni» dettate da Mieli per sciogliere la sua riserva. Il colloquio sarà fondamentale, perché fra Pera e Casini è Pera che è più restio a digerire le «condizioni» poste da Mieli. In realtà di questi argomenti Mieli dovrebbe parlare nel corso della riunione di consiglio prima della sua elezione. Fino a ieri sera però i consiglieri non avevano ricevuto alcuna telefonata né da Mieli né dal consigliere anziano Rumi per la convocazione che dovrebbe arrivare nelle prossime ore per mettere finalmente davanti a un tavolo Marcello Veneziani, Angelo Maria Petroni, Francesco Alberoni, Giorgio Rumi e Paolo Mieli. Solo allora le questioni Biagi, Santoro e direttore generale verranno affrontate sul serio e «in maniera collegiale», puntualizza uno fra i consiglieri designati, ricordando sempre che il direttore generale viene nominato d'intesa con Tremonti. A sottolineare quindi che chi comanda in Rai è il «CdA tutto» è anche Antonio Socci, conduttore di «Excalibur», ma dello stesso avviso sono anche il Ministro Alemanno, il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace e Marco Follini che se la prendono soprattutto con la superbia di Santoro. Il direttore generale comunque sarà il primo vero scoglio da superare. A parte i favoriti Mengozzi e Leone, rimangono in corsa Mauro Masi, Mario Resca e meno probabili Clemente Mimun e Giovanni Minoli, che invece potrebbe presto passare a dirigere una rete, forse anche RaiUno. Fra i vicedirettori in corsa favoriti sono Giuliana Del Bufalo (almeno una donna salverebbe la faccia secondo la Mussolini) e Guido Paglia. La partita in azienda infatti non è ancora cominciata che già si sentono scricchiolare alcune poltrone. Nei corridoi di viale Mazzini, che oggi fremono per l'attesa del passaggio di consegne, si parla già di Fabrizio Del Noce pronto a lasciare RaiUno per la corrispondenza da New York, mentre Agostino Saccà ha già fatto sapere che non lascerebbe l'azienda e gradirebbe la direzione di RaiFiction. In bilico i posti dei suoi fedelissimi, come Lorenza Lei e Carlo Nardello direttore del Marketing, mentre Antonio Marano, potrebbe restare a RaiDue (nonostante i risultati non buoni) grazie al trasferimento a Milano. La sinistra difende Paolo Ruffini e Antonio Di Bella a RaiTre e Tg3, mentre Massimo Magliaro dovrà decidere fra la Divisione e RaiInternational. Dipenderà dal direttore generale anche la permanenza del direttore del personale Gianfranco Comanducci, mentre quello del Palinsesto verrà finalmente nominato.

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