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De Luca e il bis: "Si vince così"
Lorenzo De Luca, vincitore del Gran Premio di Piazza di Siena 2018, è la figura più attesa della gara clou individuale di Villa Borghese. La speranza comune è che sigli uno storico «bis». Lorenzo De Luca ha 32 anni, di cui 23 spesi in sella. Guardandosi alle spalle può solo confermare che, dal suo primo incontro con i cavalli, di strada ne ha fatta. I passi compiuti da Lecce a Meise (Belgio) parlano di dedizione assoluta. «Avevo 18 anni quando ho deciso di intraprendere questa carriera sportiva. Da allora, non sono più andato in vacanza: l’equitazione è una scelta di vita e per puntare in alto non ci si deve mai fermare. È importante accettare gli alti e bassi di questo sport. Bisogna essere cavalieri a cavallo e nella vita». Negli sport equestri sono molte le componenti che contribuiscono al successo. Prima fra tutte, il cavallo. «Non possiamo mai sapere - spiega De Luca - se un cavallo sia realmente vincente a certi livelli finché questo non accade. Nel frattempo è importante tenere presente che cosa vuol dire essere atleti e uomini di cavalli, perché per fare una buona equitazione è necessario creare un grande feeling con il proprio compagno di gara». Questo sport richiede un lavoro di team, come nella Formula 1: non c’è il gommista ma il maniscalco; non c’è il meccanico ma il veterinario; non c’è l’elettrauto, bensì il groom, o stalliere. E via via, figure altamente specializzate che si occupano del benessere dell’atleta equino, come l’osteopata, il fisioterapista, l’alimentarista. A capo di tutto, però, resta il pilota, o meglio, il cavaliere. Ma attenzione, il cavallo non è una macchina. «Chi vuole diventare professionista - incalza l’azzurro - deve essere pronto a dedicare ai cavalli 12 ore al giorno». L’azzurro descrive così i suoi due affidabili cavalli di punta: «Halifax è un combattente. Ensor è la perfezione con testa e cuore». Ed è proprio con Ensor de Litrange che Lorenzo De Luca, dopo la vittoria dell’anno scorso con Halifax, affronterà oggi il GP.