
L'aria che tira, Vittorio Feltri da Le Pen a Stasi: "Perché non credo nella giustizia"

La condanna per appropriazione indebita di fondi pubblici nel caso di assistenti parlamentari del Front National sbarra la strada verso l'Eliseo a Marine Le Pen, con la giudice che ha stabilito fin dal primo grado di giudizio l'ineleggibilità della leader della destra francese. Che tuona: "Decisione politica". Se ne parla nella puntata di martedì 1 aprile de L'aria che tira, su La7. Tra gli ospiti di David Parenzo c'è Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale. Il conduttore gli chiede un commento sulle dichiarazioni di Vladdimir Putin sulla condanna di Le Pen viola le norme democratiche: "Ma perché un paese come la Russia viene a darci lezioni di democrazia?".

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"Non è che viene a darci lezioni di democrazia. Il problema è che quando la giustizia si occupa di politica succedono disastri dappertutto. Basta vedere cosa succede in Italia. Quando si mette il becco alla giustizia sono sempre cose caotiche che sorgono", risponde Feltri. "Anche in questo caso temo che la condanna della Le Pen abbia un sapore politico, non tanto giudiziario. È soltanto che la giustizia mette piede nella politica e così adesso la Le Pen saluta, diciamo così, la presidenza", argomenta.

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La condanna a Le Pen è di primo grado, mentre l'ineleggibilità scatta subito alla faccia della presunzione di innocenza. Quando Parenzo ricorda le accuse alla leader della destra, Feltri sbotta: "Io non credo alla giustizia, non so se è chiaro. Io non credo alla giustizia. Basta vedere quello che succede in Italia", afferma il direttore che fa un parallelismo a sorprresa, quello con Alberto Stasi condannato per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. "Assolvono uno o due volte in primo grado e in secondo grado poi un altro appello e lo condannano. Sempre senza prove. E io devo fidarmi della giustizia italiana? Non mi fido - conclude Feltri - Ma figurati di quella francese, uguale".
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