
Migranti, perché il modello Albania cambierà l'Europa. Cerno: solo la nostra sinistra non l'ha capito

I migranti nei Centri di permanenza per i rimpatri potranno essere trasferiti dall’Italia anche nel Cpr costruito a Gjader in Albania. Lo prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri che contiene misure urgenti per "il contrasto dell’immigrazione irregolare". Così, in attesa della pronuncia della Corte europea di giustizia sui Paesi sicuri - e senza rinunciare al progetto di hub per la procedura accelerata di frontiera - il governo rilancia e punta a rendere subito operativi i centri (nati dopo l’accordo tra Roma e Tirana) ancora vuoti dopo i ’no' al trattenimento dei migranti arrivato dai tribunali italiani. Il decreto, neanche a dirlo, compatta il coro delle opposizioni che parlano di "azione disumana e inutile".

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A fare il punto nel Tg4 delle 19 di venerdì 28 marzo è il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno. Il decreto del governo "sicuramente è una scelta utile nel senso che cominciamo a far funzionare" il centro migranti in Albania. L'opposizione tuttavia "lo sta già usando per andarci in sfilata dopo aver riempito l'Italia di clandestini con tutti gli altri piani che sembravano fatti per farli arrivare anziché per non farli arrivare", osserva Cerno. Ma a fermare il governo erano state le toghe. "La magistratura ha posto una questione, cioè dice che in assenza di una normativa precisa noi rimandiamo i migranti in Italia", riassume il direttore. Ma ora i centri saranno utilizzati "per trattenere quelli in attesa di rimpatrio che già sono stati espulsi - osserva Cerno - e su questo la magistratura non potrà interferire politicamente".

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Sullo sfondo gli altri Paesi che studiano il modello Albania dell'Italia. "Perché l'Europa che non passa il suo tempo a fare la guerriglia contro il governo Meloni come succede in Italia, ha capito che l'idea di non entrare nell'Unione prima di poterlo fare è un disincentivo gigantesco a tutto quel sistema, anche criminale, che spinge questi migranti a raggiungere l'Italia clandestinamente - spiega il direttore de Il Tempo - Quindi noi ci troveremo nell'assurdo che il primo centro che è stato ideato sarà magari l'ultimo che parte, ma sarà la pietra su cui l'Europa, dopo vent'anni, cambia strutturalmente le politiche sul suo rapporto con gli immigrati e questo lo dovrà al governo Meloni". E prima o poi, conclude, "lo capiranno anche nel centrosinistra".

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