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Franceschini e Prodi, Cerno: "Risarcimento in contropiede per un Pd che non parla più di donne”

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Da una parte l'affaire Romano Prodi e l'ennesima dimostrazione del femminismo a fasi alterne di buona parte della sinistra; dall'altra la contromossa di Dario Franceschini che, per salvare il Pd machista, ha annunciato di voler presentare un ddl per "risarcire un'ingiustizia secolare" e per dare alle madri "la possibilità di dare il proprio cognome ai figli". Sono questi i due temi caldi lanciati sul tavolo del dibattito da Stefania Cavallaro nel corso dell'edizione delle ore 19 del Tg4 e che, secondo il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno, confluiscono in una "confusione politica che ormai è dentro il Pd in ogni questione". "Intanto prendiamo atto della proposta di Dario Gardini, il nuovo nome di Dario Franceschini, che assume il cognome della madre, che si chiamava così. E spieghiamogli anche che il suo partito non aveva bisogno di questa legge, perché sono anni che dice che non dobbiamo chiamarci neanche mamma e papà, ma genitore 1 e genitore 2, che l'1 e il 2 si possono invertire", ha premesso Cerno per commentare la proposta del senatore Dem. 

 

 

Una mossa, quella di Franceschini, che può facilmente essere interpretata come "un risarcimento in contropiede per la grande questione che si è aperta in queste ore e cioè che il loro più grande esponente, il professor Prodi, tacciato in qualche modo di patriarcato da chi ha visto quel famoso video, che ha visto tutte le donne della sinistra schierarsi a difendere quello che aveva tirato i capelli e che pochi minuti fa, sotto forte pressione, ha chiesto finalmente scusa e ha gettato al centro del dibattito". Un risarcimento, ha puntualizzato Cerno, di un Pd "che di donne non parla più". È incredibile "che uno dei leader del Pd dica 'cambiamo il cognome mettendo quello della mamma' nel giorno in cui tutte le donne del Pd dicono che tra un anziano professore che tira i capelli a una giovane giornalista bisogna stare con l'uomo. Mi sembra proprio l'ultimo stadio di una confusione politica che ormai è dentro il Pd in ogni questione", ha chiosato il direttore de Il Tempo. 

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