
Ventotene, Sallusti smonta il giochino di Caprarica: "Chi dissente è fascista..."

Si parla ancora del Manifesto di Ventotene, divenuto un feticcio ideologico della sinistra e citato, nei passaggi più controversi, in Parlamento dalla premier Giorgia Meloni provocando una feroce polemica. "Non è la mia Europa" quella della dittatura del proletariato e dell'abolizione della proprietà privata, come scritto nel '41 da Altiero Spinelli e gli altri confinati a Ventotene. A 4 di sera, su Rete 4, Antonio Caprarica osserva che l'attacco di Meloni "nasce dalla sua cultura e dalle sue radici - afferma il giornalista - temo fortemente che manchi in Giorgia Meloni quella sensibilità fortemente costituzionale che l'avrebbe impedito di usare in un modo così scopertamente strumentale" quelle citazioni. L'ex corrispondente Rai da Londra sostiene che prendendo stralci "mirati" del testo "Meloni trasformerebbe perfino il Vangelo". Insomma, va considerato il contesto che è "quello di tre persone che si trovano al confino dopo aver fatto la galera negli anni peggiori della dittatura e della guerra e per i quali l'unica soluzione evidentemente è la rivoluzione armata per riconquistare la libertà, e che arriverà con la resistenza". Poi l'attacco alla premier: La mia preoccupazione è vedere una Presidente del Consiglio che non riesce ancora dopo due anni e mezzo di governo a trasformarsi da capofazione in statista".

#iltempodioshø
La parola passa ad Alessandro Sallusti che ribalta la questione: "È verissimo che Giorgia Meloni non ha quella cultura, quella sensibilità, quell'identità descritta nel manifesto di Ventotene. Ma Giorgia Meloni non ha detto chi ha quella cultura è un disgraziato, ha detto 'non è la mia'". Il direttore de Il Giornale argomenta: "Qual è il gioco dal quale assistiamo da tanti anni in questo Paese, dal dopoguerra? Che ciò che non è di quella cultura, che è legittimissima, della cultura di sinistra, prima comunista e poi post comunista, è eretico, non ha diritto di esistere. Allora io credo che la democrazia è qualcosa di più del Partito Comunista allora e della sinistra oggi. Non è che se uno non la pensa così o non si riconosce in determinati scritti, in determinate visioni, deve essere per forza un pericoloso fascista". Insomma, "ha ragione la Meloni, in questo Paese se tu non sei comunista non puoi essere. Trovo questo molto bizzarro, ma è un gioco che si ripete dalla fine della guerra - conclude Sallusti - in questo Paese ci hanno fatto credere che la resistenza era solo quella comunista. La resistenza dei partigiani comunisti rappresentava il 45%, dicono gli storici, della resistenza italiana. C'erano i partigiani liberali, i partigiani monarchici, i partigiani cattolici, i partigiani atei, c'erano le brigate ebraiche e invece la sinistra si è impossessata di quella storia, la resistenza è solo di sinistra. Ma anche la visione dell'Europa non è solo di sinistra, ce ne sono altre altrettanto legittime".

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