
Tesla-gate, Floris punge Piccolotti: "Venuta in taxi?". Come risponde lei

Il caso della Tesla tiene ancora banco e Giovanni Floris, che ieri ha ospitato Elisabetta Piccolotti, non ha resistito e ci è tornato su. È successo a Dimartedì, il programma di politica e di attualità che va in onda su La7. Per presentarla al pubblico, il conduttore ha usato l'arma dell'ironia e si è riallacciato alla vicenda che sui social ha più diviso e fatto discutere. "È venuta in taxi spero!", ha detto con fare investigativo. L'allusione era ovviamente al fatto che la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra e il marito Nicola Fratoianni, esplicitamente anti-Elon Musk, avessero ammesso di avere una Tesla e confidato di averla presa prima che il magnate "diventasse nazista".

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Piccolotti ha presto replicato: “Si, ma siccome voi di Dimartedì siete perfidi, anche questo taxi in realtà era una Tesla e non è una battuta!”. Floris, incredulo, ha domandato: “Ma che davvero? Ma allora è una persecuzione!”. La deputata, intercettata dai giornalisti, ha provato a non scivolare. L'adesivo per coprire il logo della Tesla, "me l’ha regalato mia sorella per il compleanno. C’è scritto: ‘L’ho comprata prima di sapere che Elon fosse pazzo’. In California questi adesivi sono diffusissimi. Eravamo felici con l’auto elettrica. Ma adesso, benché efficientissima, quest’auto è un peso politico”, aveva detto.
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