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Tesla, Rampini svela il cortocircuito Dem: perché gli anti-Musk "aiuteranno Xi"

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Per ore sui social network non si è discusso di altro. Il segretario di Avs Nicola Fratoianni, l'anti-Musk per eccellenza, a chi gli chiedeva il perché girasse guidando una Tesla ha risposto scaricando sulla moglie Elisabetta Piccolotti: "È sua, chiedete a lei". La deputata di Sinistra Italiana, intercettata dai giornalisti, è quindi scivolata sulla vicenda, dicendo di averla comprata prima che il capo di SpaceX "diventasse un nazista" e di voler vendere l'automobile al più presto. Un caso, questo, che ha monopolizzato il dibattito e che è, secondo Federico Rampini, "solo la versione provinciale, su scala ridotta, di un fenomeno molto più ampio che è in corso da tempo negli Stati Uniti, cioè la politicizzazione dell'acquisto della Tesla". Lo ha detto nell'ultima puntata della sua rubrica per il Corriere della Sera "Oriente Occidente". 

 

 

Quando le Tesla iniziarono a riempire le vie Usa, ha ricordato l'editorialista del Corriere della Sera, "Musk era un eroe della sinistra ambientalista. Per molti californiani benestanti guidare una Tesla era quel che si dice uno statement, una dichiarazione di intenti, di valori, di appartenenza politica, ideologica, perfino morale. Era salvare il pianeta". Quando il capo di X, però, ha "cambiato appartenenza politica" ed è passato a schierarsi con i repubblicani, allora "comprare una Tesla è diventato un atto indecente, insopportabile, osceno per qualunque consumatore di sinistra che abbia coscienza di sé. E quindi il mercato della Tesla si è completamente spostato". Chi trarrà vantaggio dall'odio scatenato ai danni della destra americana? "L'automobile elettrica made in Cina" e "quel campione di democrazia e diritti umani che si chiama Xi Jinping", ha chiosato Rampini 

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