
Bruno Pizzul, folla ai funerali. Il figlio: "Il suo racconto ha fatto breccia in tante persone"

È oggi il giorno dell'ultimo saluto a Bruno Pizzul, il giornalista sportivo scomparso lo scorso 5 marzo e che domani, 8 marzo, avrebbe compiuto 87 anni. "Un grande uomo. Ci ha dato e detto cose importanti. Di Bruno ho tantissimi ricordi. Mi porto nel cuore quella serata tragica di fine maggio 1985 allo stadio dell’Heysel, dove lui al crollo di quello stadio, con 39 morti e chissà quanti feriti, ha avuto il coraggio di dire parole belle, buone, parole intelligenti. Parole che neanche un prete sarebbe stato in grado di dire così bene per sollecitare una briciola di fede, luce e speranza": sono queste le parole che, davanti ad una chiesa gremita, monsignor Vincenzo di Mauro, vescovo emerito di Vigevano, ha pronunciato nella sua omelia e durante la cerimonia presso il Duomo di Sant’Adalberto in Cormons, in provincia di Gorizia.

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"Disse dopo qualche giorno da quella tragedia: ’Non sapevo quanto si sapesse in Italia dell’orrore cui stavo assistendo. Le notizie erano contrastanti anche nella postazione dello stadio da cui trasmettevo, ho pensato ai parenti, ai tifosi in trasferta, ai chi non aveva sue notizie, non volevo allarmare troppo, ma neanche minimizzare. Ebbene, quella sera sentendo lui ho detto ’quello lì è un prete'. Lo chiamavano gigante buono ma come avrebbe detto Martini sulla bellezza sarebbe stato meglio dire il gigante bello, perché bello è la pienezza anche del buono", ha detto. "Bruno è adesso in un posto dove neanche il padreterno riuscirà a scalzarlo e a mandarlo via. È nella testa e nel cuore. Il Padreterno ha inserito nel cuore e nella mente dell’uomo la nozione dell’eternità e che premette a tutti noi di non interrompere questo legame", ha aggiunto per poi rivolgersi a figli e nipoti.

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"Qualche volta farete una esperienza strana, di sentire Bruno più vicino e palpabile, più di quanto era vivo. Se volete che anche di voi si parli bene cominciate da adesso, a non parlar male di nessuno, ad essere come lui, cordiale, gentile, pulito, buono, senza alzare il volume, dire le cose in una maniera garbata. Siate come lui da adesso", ha concluso monsignor Vincenzo di Mauro. "Siamo stati travolti dai messaggi di affetto e condivisione e dico grazie a tutti. Ci siamo chiesti come mai dato che è da 20 anni che papà non era più la voce della nazionale ma un anziano signore in pensione", ha scandito invece il figlio Fabio, nel ringraziare a nome della famiglia per l’affetto e la vicinanza. "Credo che nasca dalla cosa più inutile del mondo che è lo sport, inutile me anche una cosa straordinaria perché consente di creare relazioni che non muoiono e di tirare fuori a tutti noi il meglio come atleti e persone. La bellezza dello sport è stata raccontata da papà ed è quello che ha fatto breccia in tante persone e che ci permette di essere così in tanti in nome di una cosa razionalmente inutile ma straordinariamente bella", ha aggiunto.
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