
Papa Francesco, Viganò all'assalto: “Occorre impedire un altro usurpatore progressista”

Mentre la Chiesa prega per la salute di Papa Francesco, sperando che il pontefice possa presto guarire e tornare a guidarla, torna a parlare Mons. Carlo Maria Viganò, ex Nunzio apostolico negli Stati Uniti recentemente scomunicato proprio da Bergoglio con l’accusa di Scisma. In una dichiarazione durissima, resa pubblica sul suo sito “Exurge Domine”, l’ormai ex arcivescovo non ha giri di parole: “bisogna impedire che la gerarchia progressista assicuri un successore a Bergoglio”. Viganò, che da tempo vive in luoghi protetti tra la Svizzera e gli Stati Uniti, centellina le sue stoccate contro il Papa e lo fa in momenti precisi e ben studiati, soprattutto dai suoi social network ed in particolare dal suo canale YouTube, seguito da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.

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Nella sua dichiarazione scritta oggi si rivolge direttamente ai cardinali, coloro che, se disgraziatamente il pontefice non dovesse superare questa prova, saranno chiamati ad eleggerne il successore. “C’è chi ha tutto l’interesse a seppellire, con quelli di Bergoglio, anche i propri crimini - scrive Viganò - mentre negli Stati Uniti è in atto uno scontro frontale dell’Episcopato contro l’Amministrazione Trump, dopo che lo scandalo sui fondi dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ha fatto emergere le complicità della Chiesa Cattolica nel business dell’immigrazione”. Ancora più duro, e forse anche ingiurioso parlando di un Papa che è ammalato e sta combattendo una delle sue battaglie più difficili, è il passaggio successivo: “Occorre impedire che gerarchia progressista possa assicurare un successore a Bergoglio, ossia un altro usurpatore sul Soglio di Pietro che sia l’erede e il continuatore del precedente. Prima di piantare l’ultimo chiodo sulla bara di Bergoglio è dunque indispensabile e indifferibile che venga fatta luce sull’usurpazione da lui perpetrata e sull’occupazione della Chiesa Cattolica da parte di una gerarchia corrotta e traditrice, il cui unico scopo è di distruggerla dall’interno”.

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Viganò prosegue poi la sua pubblica intemerata scritta con uno dei suoi soliti cavalli di battaglia: “Un’alleanza criminale internazionale ha unito forze eversive per eliminare Benedetto XVI, costringendolo alle dimissioni e sostituendolo con un emissario del globalismo. Lo ha ammesso lo stesso card. Danneels, riferendosi alla Mafia di San Gallo; lo ha ribadito McCarrick parlando alla Villanova University l’11 ottobre 2013; lo progettava la presidente e fondatrice di Voices of progress – un gruppo di pressione che si occupa di cambiamenti climatici, migrazione e altre tematiche woke – discutendone con John Podesta (capo della campagna elettorale di Hillary Clinton), nelle mail diffuse da Wikileaks”. Infine l’ex capo della diplomazia vaticana negli USA fa una sorta di appello ai futuri elettori del prossimo Papa: “È ora di affrontare la verità con coraggio, perché la liberazione della Chiesa Cattolica da eversori che la occupano da troppo tempo per distruggerla sia radicale ed autentica”. In queste ore di ansia e di angoscia per il Papa, Viganò poteva davvero risparmiarsi questa uscita pubblica di cattivissimo gusto.

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