Piazzapulita, “nessuna sottomissione”. Rampini e il retroscena su Meloni-Trump
“È andata a informare, non a chiedere permessi”: Federico Rampini sgombra i dubbi sul viaggio di Giorgia Meloni a Mar-a-lago e sul suo incontro con Donald Trump a poche ore dalla liberazione di Cecilia Sala. Ospite di Piazza Pulita su La 7, l’editorialista de Il Corriere della Sera ha spiegato cosa avrebbe fatto il presidente del Consiglio nella sua visita lampo al presidente eletto degli Stati Uniti: “Non ho degli elementi precisi – spiega al conduttore, Corrado Formigli – ma è andata a informare, non a chiedere permessi”. Nessuna autorizzazione richiesta, nessuna concessione per avere il via libera nelle trattative: Meloni avrebbe solo reso noto al Tycoon le sue prossime mosse per riportare a casa la giornalista detenuta in Iran. E secondo il giornalista avrebbe trovato terreno “favorevole” nel nuovo inquilino della Casa Bianca e “non solo per la ben nota affinità politica”.
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“In America quando si tratta di ottenere la liberazione di ostaggi americani, punto primo: sono tutti molto pragmatici. Democratici o repubblicani non hanno esitato in passato a fare scambi di prigionieri liberando degli illustri criminali pur di ottenere il rimpatrio dei propri concittadini – spiega Rampini –, quindi su questo c'è la massima comprensione qui negli Stati Uniti”. E poi, secondo l’editorialista, “C'è un'altra tradizione per cui regimi autoritari, in particolare quello iraniano, spesso hanno mostrato più flessibilità quando alla Casa Bianca è arrivato un presidente di destra”. Il successo del rilascio di Sala quindi è arrivato per molti fattori, ma è indubbio che Meloni sia andata a Mar-a-lago solo per informare l’alleato americano.
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Partner che però, secondo Rampini, presenterà il conto in futuro. Non tanto per la liberazione di Sala quanto per le nuove condizioni geopolitiche che si formeranno dal 20 di gennaio in poi, cioè da quando Trump si insedierà alla Casa Bianca. “Secondo me non è una cambiale legata al caso della liberazione di Cecilia Sala – spiega il giornalista –, Trump ci ha già detto quello che vuole dall’Italia: acquisti di gas dagli Stati Uniti per riequilibrare un interscambio che vede l'Italia in vantaggio, cioè con un forte attivo commerciale. E questo non piace a Trump”. Presidente degli Stati Uniti che nonostante le affinità politiche e le simpatie per Meloni vorrebbe dei “risultati concreti – spiega Rampini chiudendo il suo intervento –. E poi la difesa: l’Italia è fortemente inadempiente sull’impegno di spendere il 2% del PIL per la difesa comune della NATO, un impegno preso peraltro con Obama, e adesso Trump parla del 5%. Ma noi siamo sotto anche al 2%”.