la polemica

Lagioia risponde a Valditara "Non volevo offendere. Mi dispiace, ritiri la querela"

Angela Barbieri

Dopo la lettera pubblicata da Il Tempo, con cui il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, spiegava le ragioni della sua querela a Nicola Lagioia, il nostro giornale riceve la risposta dello scrittore, il quale spera di poter chiudere in modo pacifico l’intera vicenda. «Gentile Ministro Professor Valditara, ho letto la sua replica su "Il Tempo". Come ho scritto su "La Stampa", non era mia intenzione offenderla sul piano personale, mi dispiace se si è sentito insultato. La mia era, e rimane, una critica alla forma del suo tweet, che però – specie se l’oggetto è la lingua italiana come accesso alla cittadinanza – ricade nella sostanza. Accolga questo mio sincero chiarimento ritirando l’azione legale. Le auguro Buon Natale e buon lavoro», firmato Nicola Lagioia.

 

Per chiarezza, occorre ricordare il motivo della diatriba. Il ministro ha querelato lo scrittore barese, il quale nel corso di una trasmissione televisiva aveva commentato duramente un tweet in cui Valditara si concentrava sulla necessità di potenziare l’insegnamento della lingua italiana agli studenti stranieri. Le parole di Lagioia che hanno fatto infuriare il ministro sono le seguenti: «Molti studenti padroneggiano l’italiano meglio del ministro Valditara». E ancora: «Se ci fosse la lingua italiana come accesso alla cittadinanza... se partecipassero, diciamo così agli esami, probabilmente Valditara lo fallirebbe e molti di questi studenti lo passerebbero. Facciamo il test d’italiano al ministro, ma l’ha già cannato».

 

È stato proprio Valditara, ieri da queste colonne, ad auspicare una composizione pacifica dalla querelle rivolgendosi direttamente a Lagioia: «Lei affermi pure che quel tweet era scritto male, critichi pure duramente i miei provvedimenti e le mie idee, ma riconosca di essere andato oltre il legittimo esercizio della critica e che non è corretto insultare e offendere chicchessia, che denigrare e screditare la persona, non le sue idee, non ha nulla a che vedere con la critica politica.

Se avrà il coraggio di fare queste affermazioni io non esiterò un attimo a fermare l’azione legale». A questo punto, visto che lo scrittore ha espresso il suo dispiacere e ha affermato di non aver mai avuto intenzione di offendere il ministro, la "palla" passa nuovamente nel campo del titolare dell’Istruzione, il quale dovrà decidere se ritirare la querela.

 

Valditara, sempre nella lettera di ieri, ha spiegato anche che la ragione della querela non è mai stata quella di colpire o prendersela con Lagioa, quanto piuttosto di «ribadire un principio, non la condanna» di una persona. Il principio è quello del rispetto reciproco, auspicando che questa datriba possa essere lo «spunto per cercare di riportare in politica e nella società un dibattito civile, che bandisca l’insulto e la violenza verbale, ma punti sulla dialettica, possibilmente costruttiva». Quindi, nessuna intenzione di «intimidire» nessuno, come ha provato invece a sostenere la sinistra, da Elly Schlein a Laura Boldrini fino a Nicola Fratoianni, uniti nell’attaccare il ministro prendendo a pretesto questa vicenda per farne un caso diverso da quello che è. Non è la prima volta che Valditara insiste sul principio del rispetto. Lo ha fatto anche lo scorso 6 novembre in Parlamento, quando si parlava di un altro tema: la violenza di genere. Nel ricordare l’importanza del programma "Educare alle relazioni", il ministro ha sottolineato come «la scuola sia il luogo privilegiato per educare al rispetto e contrastare la violenza contro le donne».