Tony Effe, Gualtieri ci ripensa. Il Campidoglio inciampa sul rap
Quel pasticciaccio brutto del Circo Massimo. Tony Effe sì, Tony Effe no. Dopo l’annuncio in pompa magna del sindaco Gualtieri e del suo assessore Onorato, il Campidoglio fa marcia indietro e cancella il rapper romano dal cast del concertone di Capodanno. I suoi testi sono misogini e sessisti e non è opportuno farlo esibire su un palco così rappresentativo e, oltretutto, finanziato con soldi pubblici. Dopo l’annuncio del cast, Gualtieri era stato travolto da una valanga di critiche bipartisan innescata dalle sue stesse consigliere dem. E si è dovuto arrendere: «È stato un errore - ha ammesso - Avremmo dovuto compiere prima questa valutazione e di questo ci scusiamo innanzitutto con Tony Effe a cui auguriamo il meglio per la sua carriera. Non è una decisione contro di lui. È presa per evitare che un momento speciale, in cui una comunità si unisce, non diventi occasione di divisione e polemica».
Tony Effe, il Campidoglio "gli chiederà di rinunciare": bufera sul concertone
Quanto ai possibili risarcimenti «per fortuna non c’erano contratti firmati e non ci sono penali da pagare», ha assicurato. Almeno questo l’abbiamo scampato ma la toppa resta peggio del buco. Il Campidoglio prima sceglie Tony Effe, poi si sveglia e lo censura. E pensare che non si tratta di uno sconosciuto esordiente ma di un rapper che (piaccia o no) è sulla cresta dell’onda da una decina d’anni e ha già pubblicato 7 album: 5 con la Dark Polo Gang e 2 da solista. Possibile che, prima di invitarlo, in Campidoglio nessuno si sia preso la briga di ascoltare quello che dice nelle canzoni? Il vaso di Pandora scoperchiato da Tony Effe non è finito qui. Il rapper romano è stato annunciato anche nel cast di Sanremo. E in tanti auspicano un ripensamento. «Invito la Rai a fare una riflessione su alcuni rapper improvvidamente coinvolti da Conti - ha tuonato Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia Perfino il Comune di Roma, gestito dalla sinistra, ha deciso di cancellarne la presenza. Non si capisce perché, invece, il servizio pubblico dovrebbe trasformare l’importante palco di Sanremo in una tribuna per persone che, probabilmente anche a causa di una mancanza di cultura, divulgano linguaggi e stili di vita assolutamente inaccettabili. La Rai è finanziata dai cittadini e non può essere trasformata nel megafono dell’Italia peggiore».
Mahmood, Tony Effe e Mara Sattei in concerto al Circo Massimo
Gli fa eco il Codacons: «La stessa misura deve valere anche per Sanremo - chiedono i consumatori- dove il rapper, nonostante i suoi testi violenti e sessisti, è stato accolto a braccia aperte dalla Rai e da Carlo Conti». Ora la gatta da pelare passa proprio al direttore artistico del Festival che, però, al momento non fa alcun dietro front: «Fedez e Tony Effe faranno guai? - si chiede Conti ospite di Cinque Minuti- Sono due ragazzi intelligentissimi, lì canteranno e basta. Ne sono sicuro. Quindi staremo a vedere». Intanto orfano del Circo Massimo, Tony Effe è stato già contattato dal Capodanno di Cinecittà World, sempre a Roma. Con la speranza che stavolta almeno i testi li leggano prima.