l’intervista

L’intervista a Stroppa: “Musk amico dell’Italia. Di Meloni piace l’energia”

Giulia Sorrentino

L’incontro di Giorgia Meloni con Donald Trump a margine del ricevimento all'Eliseo con 60 leader internazionali arrivati a Parigi per la riapertura di Notre Dame ha avuto un esito inaspettato. Il Tycoon la descrive come «piena di energia» e sembra che l’intesa tra i due, oltre che con Elon Musk, sia molto forte. Abbiamo chiesto dell’alleanza tra Italia e America ad Andrea Stroppa, il braccio destro di Elon Musk.

La presenza di Trump e Musk a Parigi per la riapertura di Notre Dame ha destato polemiche.
«Li ha invitati il presidente francese. Trump è andato come presidente eletto e Musk come imprenditore e futuro membro del governo. Chi fa polemica teme che l'Italia dopo tanti anni possa diventare protagonista delle relazioni atlantiche a livello europeo. Questo mette paura, perché potrebbero esserci grandi successi. Non sia mai che l'Italia vada bene per certe persone».

C’è già simpatia con la Meloni. Trump l’ha definita “fonte di energia. È fantastica”. C’era chi diceva che i rapporti fossero compromessi per il dialogo della leader con Joe Biden.
«Sono ottimi. Le persone dell'amministrazione americana erano entusiaste dell'incontro. Ho sentito diversi advisor del Presidente, erano molto soddisfatti. Se la Meloni manterrà la linea più volte espressa, e che piace agli Stati Uniti, i rapporti non possono che migliorare».

A cosa si riferisce?
«Immigrazione, sicurezza, politica estera e rapporti commerciali».

 

 

Nell'ottica dell'immigrazione quindi è ben visto anche il vicepremier Matteo Salvini.
«Assolutamente. C’è molta stima e seguono con attenzione il suo processo. Da quello che immagino il sostegno in caso di condanna sarà ancora maggiore».

Come lo vive Musk?
«Perplesso, ma rispetta le nostre leggi e dinamiche. Da imprenditore quale è già in passato aveva espresso dubbi in merito».

Potrebbe generare polemica se dice che Musk rispetta le nostre leggi dopo i tweet contro la magistratura.
«Lui, proprio per non cadere in ulteriori polemiche sterili, se prima dedicava qualche secondo per ragionare su questi fatti, ora evita. Ma è brutto che non ci possa essere dialogo su questioni così rilevanti, anche alla luce di un potenziale rapporto che potrebbe essere proficuo».

A proposito, non appena è stato eletto Trump il timore era (ed è) per i dazi. C’è il rischio che l’Italia venga penalizzata?
«Bisogna prepararsi per far sì che ci siano accordi bilaterali per evitare i dazi. C'è margine per poterne discutere, ma servono dossier costruiti in modo molto serio. Gli Stati Uniti potrebbero essere per l'Italia il primo partner commerciale. I margini sono enormi. Già oggi esportiamo tantissimo, ma potenzialmente potremmo esportare ancora di più».

 

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Lei è amico anche degli Elkann. Aiuterà anche nella questione Stellantis?
«No, non c'è bisogno. Come ha detto Marco Travaglio non posso fare l'ambasciatore».

Le piace Travaglio?
«In passato ci siamo scontrati, ma ora il rapporto è positivo. Ieri mi ha fatto anche i complimenti: ha detto che ho lavorato meglio degli ambasciatori di Chigi».

Come fa un ragazzo di trent'anni ad avere tutta questa influenza?
«Voglio dare una piccola mano affinché la collaborazione nel lungo periodo sia proficua, questa è l'unica cosa che posso fare.
Ora c'è Elon, che è diventato sostenitore e amico dell’Italia, ci aiuta nonostante questo paese lo schiaffeggi continuamente».

 

 

I senatori dem Nicita e Basso hanno depositato due emendamenti mirati a mettere i bastoni tra le ruote a X e Starlink. Come mai è così temuto Musk dal Pd?
«Credo sia un problema loro, nessuno gli ha fatto nulla. Anzi, in Emilia-Romagna quando c'è stata l'alluvione, nonostante ci fosse il Pd, abbiamo dato connettività satellitare a forze dell'ordine, imprese, scuole e ospedali. Hanno una visione tutta loro».

Ieri ha discusso anche con Carlo Calenda.
«Non gli ho risposto, ha discusso da solo».

Quanto piace oggi l'Italia all’America?
«Tantissimo. C'è grande rispetto per il nostro Paese. Verso il Governo c'è forte simpatia nei confronti della Meloni e di Salvini. Hanno molta fiducia in quello che potrebbe essere l'Italia come leader europeo con due politici come loro. Da più parti mi sono giunti apprezzamenti per l'incontro che c'è stato tra Trump e la Meloni».

Cosa ha colpito della Meloni?
«Il pragmatismo e l'energia. Sperano che l'Italia possa diventare un interlocutore privilegiato».

Ma è vero che alla base di tutto ciò a cui stiamo assistendo oggi c'è Nicola Porro?
«Sì. Nicola ha avuto un grande merito, è stato lungimirante. Il partito della Meloni gli deve molto».