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Più libri più liberi, confronto tra Cerno e Velardi: ecco perché i conservatori diventano progressisti

Marco Zonetti
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Dialogo di estremo interesse quello "tra conservatori e progressisti" organizzato dalla Regione Lazio a Più libri più liberi fra il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno e il direttore del Riformista Claudio Velardi. Abilmente interpellati da Francesco Giubilei, presidente della Fondazione Tatarella e del movimento "Nazione Futura", i due direttori hanno dapprima disquisito sui motivi per cui entrambi, provenienti da un passato di Sinistra, abbiano assunto posizioni più conservatrici. Velardi ha evidenziato che la Sinistra oggi continua a difendere le conquiste compiute nel Ventesimo Secolo, «che è stato il secolo della Sinistra». Portando l'esempio secondo cui i progressisti oggi difendono i pensionati anziché i rider. «Non potendo staccarsi da queste posizioni di fatto conservatrici, si buttano nell'ideologia Woke, che Karl Marx definirebbe sovrastruttura da quattro soldi».

 

 

Cerno è andato oltre sottolineando come, non cambiando tali posizioni, la Sinistra finisca per cambiare la lingua (vedi le formule LGBTQ al posto di omosessuale), ovvero ciò che faceva il vituperato fascismo italianizzando le parole straniere. Per il direttore de Il Tempo, la battaglia dei diritti dovrebbe vedere la Sinistra combattere tutto ciò che invece difende. Questo farà sì che, in futuro, assisteremo al consolidamento di ciò che osserviamo anche oggi: con i conservatori che assumono posizioni progressiste difendendo i più deboli e i progressisti che tutelano i già garantiti, diventando così conservatori. Secondo Cerno, ogni volta che alla Sinistra non piace qualcosa lo etichetta come "fascismo", anche se ci si oppone agli asterischi sulla Divina Commedia. «Si teme sempre di offendere qualcuno. Ma anche l'offesa fa parte della democrazia» ha fatto notare il direttore de Il Tempo. 

 

 

Oltre che alla Sinistra, i due dialoganti hanno rivolto critiche alla Destra. Per Velardi, la Destra deve fare lo sforzo di creare una classe dirigente, «operazione per la quale occorre tempo». Ha lodato quindi Giorgia Meloni, in grado di «governare il breve ma anche di attuare un approccio strategico e volgere lo sguardo più in alto». Cerno ha invece evidenziato come la Destra abbia paura di diventare conservatrice per paura di essere tacciata di "fascismo". Sottolineando poi l'equivoco secondo cui la Dc fosse considerata moderata, quando invece era «ampiamente di Destra». Gli ex elettori della Dc sono passati infatti poi a votare Berlusconi, poi Salvini, ora Meloni, «ovvero chi comanda».

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