Giulia Cecchettin, la sorella Elena contesta la sentenza su Turetta: “Alle istituzioni non importa delle donne”
«Il non riconoscimento dello stalking (non parlo nemmeno dell’altra aggravante, la crudeltà, perché si commenta da sola la situazione) è un’ennesima conferma che alle istituzioni non importa nulla delle donne. Sei vittima solo se sei morta». E’ questa la dura reazione di Elena Cecchettin all’indomani della sentenza con cui Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio delle sorella Giulia. «Quello che subisci in vita te lo gestisci da sola. Quante donne non potranno mettersi in salvo dal loro aguzzino se nemmeno nei casi più palesi non viene riconosciuta una colpa. Però va bene con le frasi melense il 25 novembre e i depliant di spiegazione» spiega ancora la ragazza.
La scommessa di Cerno su Filippo Turetta: "Non farà l'ergastolo. Ecco perché"
«Una sentenza giudiziaria non corrisponde sempre alla realtà dei fatti. Si chiama verità giudiziaria, ed è quello che viene riportato dal verdetto. E basta. Non toglie il dolore, la violenza fisica e psicologica che la vittima ha subito» scrive. «Ciò che è successo non sparisce solo perché un’aggravante non viene contestata, o più di una. E non toglie nemmeno il dolore e l’ansia che ho dovuto subire io personalmente in quanto persona vicina a Giulia. Inevitabilmente le persone intime alla vittima vengono trascinate negli stati di ansia e turbamento. Chiaramente non sto insinuando che il dolore che abbia provato Giulia sia paragonabile, tuttavia è giusto ricordare che il non riconoscimento dello stalking è una mancanza di rispetto anche alla famiglia della vittima» ha rimarcato Cecchettin.
"Sono sereno e preparato all'ergastolo". Le parole di Turetta dopo la sentenza
«Sapete cosa ha ucciso mia sorella? Non solo una mano violenta, ma la giustificazione e il menefreghismo per gli altri stadi di violenza che anticipano il femminicidio», un altro passaggio della storia su Instagram di Elena Cecchettin all’indomani della sentenza che ha condannato all’ergastolo Filippo Turetta per l’omicidio della 22enne, con il riconoscimento dell’aggravante della premeditazione, escludendo la crudeltà e lo stalking.